Covid, Sileri: “Lo stop a concerti per paura dei contagi non ha senso”

Secondo il sottosegretario alla Salute "non ci troviamo nella condizione del luglio del 2021 dove la popolazione era molto meno vaccinata, non ci troviamo di fronte ad una variante aggressiva come la Delta".

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Luglio 2022 - 19:36 OLTRE 6 MESI FA
Covid concerti

Covid, Sileri: “Lo stop a concerti per paura dei contagi non ha senso” (foto ANSA)

Fermare i concerti per la paura di un nuovo boom di contagi di Covid non ha senso. A dirlo è il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, secondo il quale “sicuramente un concerto con migliaia di persone determina uno spargimento di virus maggiore, però non ci troviamo nella condizione del luglio del 2021 dove la popolazione era molto meno vaccinata, non ci troviamo di fronte ad una variante aggressiva come la Delta. Tutte queste condizioni rendono il Paese sicuro”.

Contagi, picco tra due settimane

“Tra due settimane ci sarà il picco e la discesa – ha aggiunto – vietare completamente un evento non è nell’ordine delle cose oggi. Consigliare fortemente la mascherina Ffp2 lo stiamo facendo ‘urbi et orbi’ da mesi. Al momento nessun obbligo. Dobbiamo pensare ai nostri fragili, che sono quelli che rischiano di più in caso di contagio”.

Nuovi vaccini a settembre

“Stiamo vedendo una nuova ondata in molti Paesi Ue. La diffusione è guidata dalle varianti che Omicron BA.4 e BA.5 che sono altamente trasmissibili e che ci si attende diventino dominanti tra i Paesi, sostituendo le altre varianti per la fine di luglio” ha dichiarato in conferenza stampa il responsabile della strategia dei vaccini dell’Agenzia europea dei medicinali (Ema) Marco Cavaleri.

“Stiamo lavorando per l’approvazione dei vaccini adattati a settembre”, ha aggiunto. “Stiamo attualmente valutando i dati iniziali che i produttori di vaccini a mRna hanno presentato per la revisione”, ha spiegato. “Siamo anche in stretto contatto con i produttori dei vaccini basati su piattaforme diverse dall’mRna, in particolare vaccini proteici adiuvati”.

Cavaleri ha spiegato che “in base alla forza dei dati che riceviamo, potremmo essere in grado di muoverci verso un quadro simile ai vaccini contro l’influenza, che non richiedono la presentazione dei dati clinici prima dell’approvazione dell’aggiornamento annuale. Sono in corso le discussioni tra gli esperti”. “Avremo bisogno di una reale evidenza per comprendere l’impatto che i vaccini aggiornati hanno sulla protezione delle persone da infezioni e malattia grave in autunno e in inverno e quale sarà la durata”.