No-Tav come ultras, il ministro propone Daspo e arresto differito

Pubblicato il 2 Marzo 2012 - 09:06 OLTRE 6 MESI FA

No Tav, occupata di nuovo la A32 a Bussoleno (foto LaPresse)

ROMA – Daspo come per gli ultras esteso ai manifestanti no-Tav in Val Susa? La misura, già proposta dall’ex ministro dell’Interno Maroni, sarà rilanciata dall’attuale ministro Cancellieri nella riunione che si terrà oggi (2 marzo)  a Palazzo Chigi tra il premier Monti, il ministro Cancellieri, il ministro dello Sviluppo Economico e Trasporti Corrado Passera, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Antonio Catricalà e il Commissario straordinario di governo Mario Virano.

Il ministro ne ha discusso con il premier che ancora ieri ha riaffermato la necessità che i lavori in Val Susa proseguano  al termine del consiglio europeo. “Uno Stato ci deve essere e non può consentire che si paralizzi la vita del Paese” ha detto Monti, mentre proteste, manifestazioni e blocchi stradali hanno raggiunto livelli di scontro sempre più duri. L’estensione del Daspo, il divieto agli ultras già fermati durante incidenti di partecipare alle manifestazioni sportive, dovrà essere tagliato a misura dei no-Tav. Non è semplice né di facile applicazione.

La misura se ne tirerebbe dietro un’altra: la cosiddetta flagranza differita e quindi l’arresto differito, anch’essi in vigore negli stadi. L’arresto in flagranza differita consiste nella possibilità della restrizione della libertà personale sulla scorta della ripresa video entro 48 ore dalla fine della manifestazione. L’ipotesi studiata da Maroni e dall’allora viceministro Mantovano poggiava sui risultati ottenuti con il Daspoper gli ultras:  l’accoppiata Daspo-Flagranza differita ha ridotto del 50% le partite con incidenti e del 90% i feriti.

La misura fu abbandonata per le proteste dell’opposizione e perché in quel periodo le violenze cessarono e la situazione uscì dalla fase più critica ed emergenziale. Le forze di polizia hanno già manifestato il loro appoggio. Considerano il Daspo uno strumento utile, se però accompagnato da maggiori dotazioni tecniche per gli agenti impegnati nelle manifestazioni. Dal momento che Daspo e arresto differito si basano su prove fotografiche l’idea sarebbe quella di fornire microtelecamere sui caschi, come già succede in Francia.