Filippo Facci: Gian Carlo Caselli ha ragione su Tav e voto di scambio

di Redazione Blitz
Pubblicato il 31 Luglio 2013 - 12:04 OLTRE 6 MESI FA
Gian Carlo Caselli

Gian Carlo Caselli

ROMA – Filippo Facci, su Libero,  dà ragione al Procuratore capo di Torino Gian Carlo Caselli. Una cosa che non succede tutti i giorni ma che Facci, nel suo editoriale, spiega con due prese di posizione del magistrato: quella a favore della legge, poi bocciata, sul voto di scambio, e quella di incriminare per terrorismo alcuni attivisti No Tav.

Così l’elogio di Caselli diventa una critica, affatto mascherata, al Fatto Quotidiano.

Scrive Facci:

Da noi, in Italia, se devi lodare un cosiddetto «avversario» devi sempre premettere che «tutto mi divide da tizio» e «ferme restando le differenti opinioni» e cazzate così. Siccome lo spazio è poco, ci limitiamo a dare ragione a Gian Carlo Caselli perché secondo noi ce l’ha. Prima, sul Fatto Quotidiano, ha scritto che bloccare la legge sul voto di scambio è stata una sciocchezza, perché «il rischio è di perdere un’occasione preziosa per fronteggiare meglio il laido mercato dei voti mafiosi»; Caselli ha pure ammesso il suo «non facile dissenso» da personaggi come «Cantone, Casson, Capacchione, Saviano, Ciotti e Travaglio ».

Altro fronte su cui Caselli si guadagna la stima di Facci è la questione No Tav. A Torino alcuni attivisti sono indagati per terrorismo. Scelta che piace non poco al giornalista di Libero

Poi, da procuratore capo di Torino, ha ipotizzato il reato di terrorismo per i No Tav che il 10 luglio, nel cantiere di Chiomonte, hanno fatto un tiro al bersaglio contro le forze dell’ordine: a casa loro hanno trovato petardi, razzi, gas urticante e manuali per fabbricare molotov, ma a fare la differenza è soprattutto che avevano preso di mira non le strutture del cantiere, ma le persone che vi lavorano e che lo difendono. Caselli, così facendo, se n’è altamente fottuto anche dei 20 sindaci No Tav che seguitano a parlare di semplici «azioni di dissenso», e, in particolare, è andato per la seconda volta di fila contro la linea editoriale del Fatto Quotidiano. C’è chi bada alle proprie opinioni e chi solamente a quelle dei lettori. Vedi titolo.