De Santis: “D’Alema è come un fratello, Tarantini mi ha fatto simpatia”

Pubblicato il 30 Settembre 2011 - 14:33 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – ”Non ho nulla da temere, sono pulito. Non ho mai fatto un pagamento in contanti. Controllassero i miei conti correnti, le mie attività nel campo immobiliare e dell’energia. Non ho scheletri negli armadi”. Lo afferma, in un colloquio con la Stampa, l’imprenditore Roberto De Santis, il cui nome compare nelle inchieste su Tarantini.

De Santis racconta il rapporto con Massimo D’Alema e Tarantini. ”Massimo per me è un fratello maggiore, ci conosciamo da 35 anni, ma con lui non ho mai discusso delle mie attività. Non mi ha mai e in nessun modo favorito”, dichiara.

In merito a Tarantini, ”con la morte del padre, lui si e’ ritrovato sulle spalle, giovanissimo, un’azienda affermata. Mi ha fatto simpatia, siamo diventati amici e per quel che potevo cercavo di dargli dei consigli peraltro non sempre accettati”, racconta.

”Lui che aveva consolidati rapporti con il centrodestra, attraverso me ha conosciuto vari esponenti del centrosinistra”. Sull’incontro tra Tarantini e Berlusconi, ”deve essere stato alla fine di agosto del 2008. Stavo in barca a vela, Bocche di Bonifacio. Tarantini mi raggiunge con moglie, cognata e cognato, a bordo di un motoscafo. Sembra un bambino felice, pazzo di gioia: ho conosciuto Berlusconi, siamo diventati amici. Dai, vieni che te lo presento. Io gli dissi subito: non voglio sapere nulla dei tuoi rapporti con lui”.

Tarantini, prosegue De Santis, ”era completamente fuori di sè. Progettava l’impossibile, lui che alla fine non poteva certo competere con il mondo imprenditoriale. Si era trasferito al De Russie, dove ogni giorno c’era la fila per potergli parlare. Non solo starlette ma anche una corte dei miracoli abbagliata dal miraggio di entrare in rapporto con l’allora Re Mida, Silvio Berlusconi, attraverso Gianpi”.

Riguardo all’aver presentato Tarantini all’imprenditore Enrico Intini, ”alla fine che ho fatto? Un amico mi ha chiesto di aiutarlo, di metterlo in contatto con esponenti istituzionali o imprenditori”, afferma De Santis. A Tarantini, prosegue, ”ho detto: non hai nulla alle spalle, fatti fare un contratto di consulenza. E così è stato”.