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Desirée Mariottini, cade l’accusa di omicidio per due degli arrestati. Per il Riesame “non fu stupro di gruppo”

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Desirée Mariottini, riesame annulla accusa omicidio volontario a 2 arrestati

ROMA – Il Tribunale del Riesame ha annullato l’accusa di omicidio volontario per i nigeriani Chima Alinno e Brian Minthe, due delle persone arrestate per la morte di Desirée Mariottini.

In base a quanto si apprende il Tribunale della Libertà, accogliendo le istanze delle difesa, ha inoltre derubricato l’accusa di violenza sessuale di gruppo in abuso sessuale aggravato dalla minore età della vittima e riconosciuto il reato di spaccio per entrambi. I due restano quindi in carcere.

Diversa era stata invece la valutazione del Gip, che nel confermare la misura cautelare aveva scritto i tre immigrati hanno agito “con pervicacia, crudeltà e disinvoltura”, dimostrando “una elevatissima pericolosità non avendo avuto alcuna remora a porre in essere condotte estremamente lesive in danno di un soggetto minore giungendo al sacrificio del bene primario della vita”.

Secondo quanto scrive Il Tempo si potrebbe trattare di un precedente “utile” anche agli altri accusati. Secondo gli investigatori infatti i nigeriani sarebbero stati consapevoli che la dose di droga ceduta a Desirée avrebbe potuto ammazzarla. Questa convinzione però sembra non convincere i giudici del Riesame che non ritengono ci siano elementi sufficienti a dimostrare la colpevolezza in merito all’accusa di omicidio.

I due nigeriani restano comunque in carcere per l’accusa di spaccio, cessione di stupefacenti e violenza sessuale (ma non di gruppo).

Per domani, 14 novembre, è prevista l’udienza del Riesame per Mamadou Gara, il terzo arrestato. Sempre domani è previsto l’interrogatorio di garanzia del quarto arrestato, un pusher italiano che avrebbe ceduto la dose letale.
 
 
 

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