Dronero (Cuneo), il preside Graziano Isaia lascia la scuola. “Genitori razzisti”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Aprile 2014 - 12:43 OLTRE 6 MESI FA
Dronero (Cuneo), il preside Graziano Isaia lascia la scuola. "Genitori razzisti"

Dronero (Cuneo)

DRONERO (CUNEO) – A Dronero, paese in provincia di Cuneo che ha dato i natali a Giovanni Giolitti e al direttore della Repubblica Ezio Mauro, il preside della scuola elementare di piazza Marconi lascia e denuncia: “Genitori razzisti. Non hanno iscritto i loro figli a scuola perché c’erano troppi stranieri in classe”.

Per questo motivo, spiega il Fatto Quotidiano, quest’anno nella scuola diretta da Graziano Isaia, 37 anni, c’è solo una prima elementare, e costituita da 12 studenti stranieri su 14.

“Ho l’85% di stranieri, ben oltre il 30% imposto da una circolare del ministro Gelmini: una classe così deve essere autorizzata dall’Ufficio scolastico territoriale”,

spiega al Fatto Quotidiano. Per questo Isaia, che da due anni è preside di nove scuole della Val Maira, ha chiesto di tornare a fare il maestro.

Ma dopo essersi dimesso ha denunciato la situazione. Ha scritto una lettera aperta al sindaco Livio Acchiardi e al presidente del consiglio d’istituto, e ha parlato del “razzismo latente di alcuni genitori” che discreditano la scuola elementare di piazza Marconi e minano la vita civile.

Al Fatto Quotidiano ha spiegato:

“Tre madri hanno agito per destabilizzare la situazione”. Il comitato genitori delle elementari di Dronero stava organizzando una marcia per raccogliere fondi a sostegno della scuola: “Lo Stato ci passa solo 4 mila euro all’anno e la loro iniziativa è apprezzabile, se non fosse che in quest’occasione ho saputo che alcuni genitori hanno iscritto i loro figli alle classi prime di altri istituti. Criticano gli insegnanti basandosi su pregiudizi, criticano l’adozione dei libri di testo e, soprattutto, non apprezzano la presenza dei figli degli stranieri in classe. Alla fine hanno convinto undici famiglie di italiani ad andare altrove . Nessuno lo ammetterà mai, ma alla base della fuga dal capoluogo non c’è soltanto avversione per alcuni metodi d’insegnamento, c’è anche una diffidenza aggressiva nei confronti del diverso. Per alcuni genitori in piazza Marconi c’è lo sporco, il fastidio, il peso morto, la puzza, l’ignoranza scimmiesca. Con questi usurpatori del suolo natio chi si sente superiore non si vuole mescolare. Questo è un danno culturale che non potrà essere compensato da nessuna raccolta fondi”.