Ebola. Paziente zero allo Spallanzani di Roma da dove nemmeno l’aria può uscire

Ebola. Paziente zero allo Spallanzani di Roma da dove nemmeno l'aria può uscire
Ebola. Paziente zero allo Spallanzani di Roma da dove nemmeno l’aria può uscire

ROMA – Ebola. Paziente zero allo Spallanzani di Roma da dove nemmeno l’aria può uscire. Il medico italiano di Emergency è stato trasportato con ambulanza speciale dall’aeroporto militare di Pratica di Mare direttamente all’ospedale Lazzaro Spallanzani, unico insieme al Sacco di Milano, a disporre della tecnologia necessaria (i laboratori BL3/4 sono il livello massimo di sicurezza di bio-sicurezza) a gestire i casi ad alta pericolosità di contagio. In questo caso Ebola, l’ospedale è più conosciuto per il trattamento di malattie infettive di ogni tipo, a cominciare dall’Hiv.

Giusto una mezz’ora di auto divide l’aeroporto vicino al mare dal nosocomio a sudovest di Roma. Il medico, dal momento in cui gli è stato diagnosticato l’avvenuto contagio già in Sierra Leone, non ha toccato oggetti, non ha avuto nessun contatto diretto.

La destinazione raggiunta è il super-reparto di isolamento: 16 stanze, di cui 4 per i degenti le altre per il personale medico e infermieristico che si alterna al lavoro seguendo un rigidissimo protocollo. Un reparto separato al punto da essere un ospedale dentro l’ospedale: qui anche il condizionamento d’aria è a senso unico, cioè l’aria filtra dall’esterno ma non può uscire onde evitare contaminazioni. Dentro non entra nemmeno uno spillo, anche cartelle cliniche e matite sono in quarantena interna.

Il paziente zero (è il primo italiano contagiato)  è confinato in un letto avvolto in un telo di cellophane. L’accesso al reparto avviene tramite un ascensore sigillato, ad alto isolamento. Parlamentari 5 Stelle hanno espresso riserve sull’effettiva capacità dell’ospedale di assolvere il compito. Non sono bastate loro le rassicurazioni in aula del ministro della Salute Lorenzin.

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