Elena Ceste, marito inchiodato dal terriccio e dalle conversazioni con i figli

Elena Ceste, marito inchiodato dal terriccio e dalle conversazioni con i figli
Elena Ceste, marito inchiodato dal terriccio e dalle conversazioni con i figli

ASTI – Il terriccio sui vestiti e le conversazioni con i figli inchiodano Michele Buoninconti per l’omicidio della moglie Elena Ceste. Il vigile del fuoco di Alba ha sempre detto di aver trovato i vestiti nel giardino della loro casa, ma il terriccio non era compatibile con la versione raccontata dall’uomo.

Il terriccio ritrovato infatti proveniva non dal giardino della casa, ma dal luogo del ritrovamento del cadavere di Elena. E poi quelle conversazioni con i figli, in cui della moglie dice “l’ho raddrizzata“, quasi fosse anche lei una bimba da educare e disciplinare.

Michele, 43 anni, è stato arrestato il 29 gennaio con le accuse di omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere. Un arresto che arriva dopo la perizia autoptica che sancisce che Elena, scomparsa il 24 gennaio 2014 e ritrovata lo scorso 18 ottobre, è morta nel giorno della scomparsa. Non una fuga, ma una morte violenta avvenuta proprio il 24 gennaio.

Massimo Numa ed Elisa Schiffo scrivono su La Stampa:

“Il pm Laura Deodato ha ricostruito, attraverso le indagini dei carabinieri, la storia di un delitto indiziario ma con alcuni elementi di grande rilevanza. Intanto le tracce di terriccio del Rio Mersa, dove fu trovato il cadavere sabato 18 ottobre, ritrovate sui vestiti visti da Buoninconti davanti al cancello e nel cortile, pochi minuti dopo la scomparsa;

ebbene, gli analisti dei Ris, esaminando in più riprese, hanno ritrovato frammenti minerali e vegetali (fosforo e zolfo) che erano solo sul greto del canale di scolo, dove fu appunto ritrovata Elena. Per gli inquirenti è la prova che fu il marito a trasportare, quella stessa mattina, il corpo senza vita della moglie in quel tratto di campo, a 800 metri di casa”.

Gli investigatori hanno ricostruito l’omicidio e lo spostamento del cadavere, un voluto occultamento:

“Si osserva che sarebbe stato impossibile raggiungere volontariamente quell’area, per la fitta presenza di arbusti e cespugli. Dunque l’assassino s’è sporcato le mani e poi ha toccato gli indumenti, durante la messa in scena per simulare una fuga volontaria. Elena sarebbe stata uccisa tra le 8,43 e le 8,55, quando il marito, accompagnati i figli a scuola, era tornato a casa.

Avrebbe sorpreso in bagno, nuda, la moglie, quindi l’aggressione e la morte per soffocamento. Poi si impadronisce dei vestiti tolti e quelli puliti da indossare quella mattina; infine – in preda a una forte concitazione – raggiunge il Rio Mersa e si libera del corpo”.

Poi ancora le versioni contrastanti del ritrovamento dei vestiti e quelle conversazioni con i figli in cui diceva “vostra madre va raddrizzata” e ancora “non dite a nessuno che litigavamo”. Niccolò Zancan su La Stampa riporta le parole del gip su Buoninconti:

“«La ragione dell’omicidio deve essere ricercata nell’esigenza di Buoninconti di affermare il suo dominio»”.

Una vera e propria ossessione, che lo portava a controllare Elena in modo maniacale secondo gli inquirenti:

“Quando andava dal medico, voleva essere sempre presente. E il medico doveva rivolgersi a lui. Faceva l’assicurazione dell’auto di Elena Ceste solo per i mesi scolastici, in modo che non potesse uscire durante l’estate. Non le dava neppure i soldi per comprare il pane: «Devi dire che passerà tuo marito». Ed ecco il concetto di dominio spiegato alla figlia: «Con mamma c’ero riuscito a farla diventare donna. Solo che vai a capire cosa ha visto! Diciotto anni della mia vita per raddrizzare mamma…»”.

E ancora le minacce alla figlia:

“«A non ascoltare il padre si fa la fine della madre che non ha ascoltato il padre». E con i figli raccolti in cucina, dice: «Loro vogliono sapere solo questo! Che fra di voi non andate d’accordo. Così uno va da una parte, uno dall’altra… E a casa nostra sai cosa ci fanno venire? Ci fanno venire dentro le zoccole! Le straniere. Così c’è una stanza per ogni zoccola. E la sera c’è il burdello».

Chiede espressamente: «Mi avete mai sentito litigare con mamma?». Una figlia risponde: «Sì. Tu! Tante volte hai litigato con mamma». E lui, chiamandola con un vezzeggiativo: «Non le devi dire queste cose. Ti tolgono anche me. Oltre che ti hanno tolto la mamma..»”.

 

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