L’agenda dell’ad Enav Pugliesi: “14 incontri con il tesoriere Udc Naro”

Pubblicato il 23 Novembre 2011 - 09:49 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Tra il gennaio e il novembre del 2010 Guido Pugliesi, amministratore delegato di Enav, incontrò in 14 occasioni il tesoriere dell’Udc Giuseppe Naro”: lo scrive su Repubblica Carlo Bonini, secondo cui gli incontri sarebbero riportati in un’agenda sequestrata dai carabinieri del Ros a casa dello stesso Pugliesi il 26 novembre del 2010, quando l’ad venne perquisito per la prima volta.

In quell’agenda, sempre secondo quanto scrive Bonini, sarebbero segnati “quattordici appuntamenti” tra il “manager pubblico e il tesoriere di partito”. Se questi incontri fossero davvero avvenuti verrebbero smentite le dichiarazioni con cui Naro, “interrogato dal pm Paolo Ielo, prova ad abbozzare un plausibile motivo che giustifichi la sua frequentazione con Pugliesi. “Ci incontravamo saltuariamente. E per ragioni personali””.

Ci sarebbe, secondo quanto riporta Repubblica, un primo appuntamento il 19 gennaio alle 9.45. Puglisi avrebbe incontrato Naro e Tommaso Di Lernia, Riguardo all’argomento dell’incontro, sull’agenda di Puglisi ci sarebbe l’appunto “Optimatica”,  la società che, scrive Repubblica, “Di Lernia e Lorenzo Cola indicano “in carico” all’allora ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli e che l’ad di Enav beneficerà con una delibera diretta per appalti di cui non sono specificati i valori e per un valore di 9 milioni e 900 mila euro”.

In febbraio ci sarebbero stati, secondo quanto riporta Repubblica, tre incontri con cadenza settimanale. Il 2 febbraio, giorno “della consegna dei 200mila euro in contanti “per Casini e Cesa” negli uffici di piazza di Spagna dell’Udc”, e poi l’8 febbraio e il 16 dello stesso mese.

I successivi incontri tra Pugliesi e Naro risalirebbero a maggio, due incontri il 10 e il 19, e poi a giugno, con cadenza settimanale. Poi la pausa estiva. Quindi quattro incontri a ottobre e due a novembre.

Tra gli altri nomi nell’agenda di Pugliesi, scrive Bonini, ci sarebbero quello del deputato del Popolo delle Libertà Aldo Brancher (“di cui Di Lernia finanzia la fondazione Officine della libertà”), di Fabrizio Gori e di Angelo Proietti,  imprenditore edile, che con la sua “Edil Ars” provvede a ristrutturare e mettere a disposizione, attraverso Marco Milanese, la casa romana di via di Campo Marzio all’allora ministro Giulio Tremonti.

Pugliesi, scrive Repubblica, “incontra Proietti due volte. Sempre all’Harry’s bar di via Veneto. In gennaio (mercoledì 13 alle 11.30) e in febbraio (lunedì 8 alle 13.15)”. Il motivo, secondo quanto scrive Bonini, potrebbe trovarsi in quello che ha detto Di Lernia durante l’interrogatorio del 31 maggio 2010:  “I rapporti tra Pugliesi e Proietti erano assai stretti. Proietti era diventato fornitore di Enav, con cui aveva eseguito i lavori per l’aeroporto di Forlì. Peraltro, Pugliesi mi segnalò Proietti perché fosse inserito nei lavori per l’aeroporto di Palermo. Cosa che non si è potuta fare perché i contratti erano già chiusi. Si parlò poi di un suo inserimento nei lavori per la costruzione del nuovo centro di controllo del traffico aereo del nordovest a Milano”.

Anche Lorenzo Cola avrebbe detto, sempre secondo Repubblica, “Proietti era un ulteriore canale di collegamento tra Enav e il Ministero dell’Economia. Proietti era molto vicino a Marco Milanese. Di Lernia mi raccontò infatti di aver conosciuto Milanese alla Camera, portato da Proietti”.

Avrebbe detto sempre Cola: “Nel primo periodo della sua nomina in Enav, sia Lorenzo Borgogni che Pierfrancesco Guarguaglini mi riferivano che Pugliesi veniva pagato con provviste realizzate in “Selex” da tale Catelani o Castellani, detto l’argentino, consulente di gruppo che operava in Argentina”.

Borgogni avrebbe accumulato in cinque anni “fondi personali all’estero per 7 milioni di euro, che si sommano a redditi non esattamente da fame (le sue dichiarazioni annuali vanno da 1 milione 200 mila del 2007, a 1 milione e 700 mila del 2010). Non sazio, utilizza Cola e Iannilli come bancomat a sei zeri. E, l’11 gennaio di quest’anno, dopo aver “scudato” parte di quella somma (5 milioni e 600 mila, per altro a nome della moglie), si presenta spontaneamente in Procura per “chiarire la sua posizione” e dimostrare che i suoi sono denari “guadagnati in modo lecito”.”