Debiti con il Fisco: pignoramento, cosa cambia. La Riscossione potrà vedere quanto c’è nei conti correnti

Il pignoramento dei conti correnti già esiste nell'attuale normativa fiscale. Ma la manovra di bilancio renderà la procedura più precisa e veloce

di Redazione Blitz
Pubblicato il 26 Ottobre 2023 - 16:13
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Fonte Ansa

Debiti con il Fisco: il pignoramento dei conti correnti già esiste nell’attuale normativa fiscale. Ma la manovra di bilancio renderà la procedura più precisa e veloce. Dando la possibilità all’Agenzia delle entrate-Riscossione di verificare direttamente le disponibilità dei depositi in banca.

Fisco: pignoramento conti correnti, cosa cambia

Oggi il pignoramento arriva dopo un serie di passaggi in cui l’agente della riscossione, verificato il mancato pagamento di una tassa, chiede al contribuente di sanare la propria posizione.

Con l’invio della cartella e dei successivi solleciti se il cittadino non risponde con il pagamento a nessuna delle richieste. A distanza di un anno dalla cartella, il pignoramento è preceduto anche dall’avviso di intimazione (rpt. intimazione).

Da quel momento il contribuente che ha il debito con il fisco ha 5 giorni di tempo per effettuare il versamento, con la possibilità di chiedere la rateizzazione delle somme dovute.

Se il contribuente evade anche in questi casi, l’agente della Riscossione oggi può già vedere se e dove il cittadino ha dei conti correnti e si rivolge alla banca o alle banche, in caso di più conti aperti.

Gli istituti hanno 60 giorni di tempo per rispondere. Il pignoramento esclude l’ultimo stipendio che resta come limite per assicurare le necessità del debitore.

La Riscossione potrà vedere quanto è depositato nei c/c

Quello che la Riscossione non può vedere, ma potrà in futuro, è quanto è depositato nei c/c. Verificando quindi se esistono le somme per mettersi in regola con il fisco.

Una volta entrata in vigore la manovra, dal primo gennaio 2024 se la versione in bozza verrà confermata, l’agente (avvisando ovviamente la banca ed entro 30 giorni anche il debitore) potrà andare a colpo sicuro e “senza indugio”, come recita la norma, a prelevare l’intera somma dovuta là dove ce ne è disponibilità.