Funivia Mottarone, una strage per 140mila euro. “Freni tolti per soldi, tanto che succede?”

Una strage, quella della funivia che da Stresa sale al Mottarone, per 140mila euro: 14 morti dopo la caduta della cabinovia, morti per soldi. Uno dei tecnici indagati per omicidio colposo plurimo ha infatti ammesso che i freni erano stati tolti per soldi, perché l’impianto necessitava di lavori, quindi di un altro lungo stop.

Niente incassi, proprio ora che la funivia aveva riaperto dopo la pandemia. Insomma i freni della funivia bloccati per scelta, per non perdere i soldi dell’incasso, ovvero 140mila euro incassati in un mese, dalla riapertura. E se non ci fosse stato l’incidente si sarebbe andato avanti così, con questo stratagemma dei freni per rimandare ancora i lavori di manutenzione e quindi la nuova chiusura.

Funivia Mottarone, la strage per soldi 

“Per evitare continui disservizi e blocchi della funivia quindi c’era bisogno di un intervento radicale con un lungo fermo che avrebbe avuto gravi conseguenze economiche. Convinti che la fune di traino non si sarebbe mai rotta, si è poi voluto correre il rischio che ha portato alla morte di 14 persone. Questo è lo sviluppo grave e inquietante delle indagini”, questo spiega il procuratore Olimpia Bossi alla fine degli interrogatori dei tre indagati (titolare, direttore e capo servizio).

C’è da pensare che di indagati e persone coinvolte ce ne saranno delle altre. Perché. secondo gli inquirenti, ci si spalleggiava a vicenda. “Tanto cosa vuoi che capiti?”, raccontano si sentiva dire da qualcuno. Per quasi un mese, quindi, la cabina è stata una sorta di gioco della morte per chi ci ha viaggiato. Resta il perché la fune traente si sia spezzata, quesito al quale risponderanno le consulenze tecniche che saranno affidate dai pm. Ma con i freni a posto la funivia non avrebbe mai fatto quel balzo all’indietro.

I problemi avanti per un mese

Quella cabina aveva problemi da un mese o un mese e mezzo e per cercare di risolverli sono stati effettuati almeno due interventi tecnici”, così dice durante l’interrogatorio il capo servizio responsabile del funzionamento della Funivia del Mottarone. Il succo però rimane semplice. Per gli inquirenti, il forchettone, ovvero il divaricatore che tiene distanti le ganasce dei freni che dovrebbero bloccare il cavo portante in caso di rottura del cavo trainane, non è stato rimosso. Un “gesto materialmente consapevole”, per “evitare disservizi e blocchi della funivia”, che da quando aveva ripreso servizio, presentava “anomalie”. Un gesto che ha portato a una strage, per soldi.

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