G8/ “Yes we camp”. Sulla collina de L’Aquila il disperato appello dei terremotati. Città blindata per l’arrivo dei black block

Pubblicato il 8 Luglio 2009 - 14:55 OLTRE 6 MESI FA

La scritta «Yes we camp» campeggia sulla collina de L’Aquila, ben visibile sia dall’autostrada che dalla caserma della Guardia di finanza in cui si terrà il vertice del G8. La protesta, ironica, è stata organizzata dai comitati abruzzesi per far convergere l’attenzione sulla statica situazione dei terremotati. In Italia, ha spiegato Mattia Lolli del comitato “3e32”, «si pensa che la ricostruzione sta procedendo liscia, che gli aquilani sono già tornati nelle loro case e invece siamo tutti accampati, a tre mesi dal sisma».

L’Aquila nel frattempo è una città blindata. Ben 15.000 le forze dell’ordine che stanno pattugliando le zone interessate dal vertice, insieme a 2.500 militari. Il timore è che possano ripetersi gli episodi di violenza tra l’area cosiddetta “antagonista” e le forze dell’ordine, che hanno caratterizzato il prologo dell’evento a Roma. Particolare attenzione sarà riservata alla Rete No G8, che ieri ha promesso «azioni di disturbo e di sabotaggio» per tutta la durata del vertice.

I servizi di controllo del territorio si stanno svolgendo a tappeto, e in alcuni di questi sono incappati ieri cinque ragazzi francesi, trovati in possesso di spranghe e mazze. Quattro giovani olandesi, un giornalista e 3 freelance cameramen che erano diretti a L’Aquila pur non essendo tra i giornalisti accreditati per il vertice del G8, sono stati invece fermati stamattina sulla A24 Roma-L’Aquila, nei pressi di Carsoli. A bordo della loro auto sono state trovate maschere antigas e telecamere professionali. I quattro hanno spiegato che le maschere antigas gli sarebbero potute servire nell’eventualità di manifestazioni e di lanci di lacrimogeni.