Omicidio di Garlasco, processo d’appello dopo l’assoluzione per Stasi

Pubblicato il 7 Novembre 2011 - 09:30 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Alberto Stasi torna in Tribunale a Milano per il processo di appello in cui è accusato di aver ucciso la fidanzata Chiara Poggi nella villa della vittima a Garlasco. Stasi era stato assolto per l’omicidio del 13 agosto del 2007. La madre di Chiara Poggi ha detto: “Non ho più voluto incontrarlo, chiedo giustizia”. Il procuratore generale Laura Barbaini non crede all’innocenza di Stasi e lo definisce “freddo e calcolato autore dell’omicidio”.  Fu Stasi ha ritrovare il corpo martoriato della fidanzata de dare l’allarme. La Barbaini ha chiesto tre nuove perizie per ricostruire quanto accaduto la notte dell’omicidio della Poggi. Il movente dell’omicidio sarebbe l’ossessione del giovane Stasi per la pornografia.

Le tre nuove perizie sono volte a ricostruire i possibili percorsi di Stasi tra la cena con la fidanzata ed il momento della scoperta del corpo, le tracce ematiche sulle suole delle scarpe di Stasi e una perizia sul computer del giovane, a cui sostiene di aver lavorato alla propria tesi la notte dell’omicidio. sarebbe dunque l’orario di apertura dei file sul pc l’alibi di Alberto Stasi.  L’accusa chiederà ora la condanna per omicidio, puntando sui “vizi di illogicità” legati alla telefonata di Stasi al 118, in cui il ragazzo parlava di “una persona” nella villetta, non dicendo che la sua fidanzata versava in una pozza di sangue. La Barbaini sostiene che “la sentenza si sviluppa in modo parziale, soffermandosi sulla dimostrazione degli errori degli inquirenti, dimenticandosi di dover dedicare altrettanta attenzione alla parte ricostruttiva – e aggiunge – ignora e non analizza le modalità della grave e violenta aggressione, dimostrando di voler prescindere dalla considerazione delle stesse”.

Rita Preda, la madre di Chiara Poggi si è sfogata in un intervista a La Stampa: “Io sono la mamma. Aspetto ancora  che qualcuno mi dica chi ha ucciso mia figlia, una ragazza buona e solare che sapeva farsi voler bene. La speranza ce l’ho sempre, non mi è mai mancata, nemmeno un giorno”.  Dopo il funerale della ragazza, la famiglia non l’ha più incontrato: “Non ritengo che sia opportuno incontrarlo. E comunque non ce lo ha mai neanche chiesto”, replica la signora Rita che, con il marito Giuseppe e il figlio Marco, vive ancora nella  villetta di via Pascoli.

“Allontanarsi da certi luoghi non serve proprio a niente, non serve nemmeno ad alleviare un dolore che non passerà mai”. E poi, aggiunge, “ci sono volte che penso che non sia mai successo niente, quel 13 agosto di quattro anni fa. Penso che Chiara sia solo lontana per qualche impegno, magari di poche ore appena, ma che poi tornerà qui, qui a casa sua”.  Ora i Poggi saranno di nuovo al processo a Milano, ogni giorno, “seguirò ogni udienza, tutto il processo. Con mio marito e con mio figlio. Come abbiamo sempre fatto fin dal primo giorno. Io la speranza che qualcuno mi dica chi e perchè abbia ucciso mia figlia ce l’ho sempre. Ho fiducia nella giustizia, nei giudici e nei carabinieri. Ce l’ho sempre avuta e non smetto di averla nemmeno adesso che sono passati quattro anni. Io non  smetto di sperare”.