Genova, santone e medico arrestati per la morte di una ragazza: neo asportato su un tavolo da cucina

di Alberto Francavilla
Pubblicato il 20 Aprile 2021 - 11:00 OLTRE 6 MESI FA
Genova, santone e medico arrestati per la morte di una ragazza dopo l'asportazione di un neo

Genova, santone e medico arrestati per la morte di una ragazza dopo l’asportazione di un neo (Foto d’archivio Ansa)

Un medico e un santone arrestati a Genova. Secondo l’accusa avrebbero causato la morte di una ragazza dopo l’asportazione di un neo. La morte della ragazza è avvenuta in ottobre all’ospedale San Martino di Genova.

Aggiornamento ore 11.00

L’intervento sul neo sarebbe stato compiuto su un tavolo da cucina, senza anestesia, in un agriturismo.

Genova: santone e medico arrestati per la morte di una ragazza

I carabinieri di Genova hanno arrestato il dirigente medico di chirurgia generale di un ospedale bresciano. E il presidente e guida spirituale di un centro olistico. Sono accusati di omicidio volontario con dolo eventuale, violenza sessuale e circonvenzione di incapaci.

L’asportazione del neo nell’agriturismo gestito dal santone

Secondo le indagini, alla ragazza, che frequentava il centro, il medico aveva asportato un neo operando nell’agriturismo gestito dal santone senza i dovuti accertamenti istologici. Dopo l’asportazione, si sarebbero sviluppate numerose metastasi.

La giovane morta dopo l’asportazione del neo si era avvicinata al centro  e alle scienze olistiche già da molti anni. In quel luogo aveva anche celebrato il proprio matrimonio, oltre a insegnare Yoga e Thai Chi Chuan. Una volta entrata nel centro del “santone”, era stata gradualmente assorbita da quell’ambiente, allontanandosi da amici e parenti per abbracciare totalmente gli insegnamenti del ‘Maestro’. 

Il neo asportato su un tavolo da cucina

La ragazza sarebbe stata operata sul tavolo di cucina del centro e senza anestesia. All’interno di un presunto processo di “purificazione spirituale”. Lo hanno raccontato i genitori della vittima ai carabinieri. Nel corso dei mesi successivi, la donna, in preda a dolori lancinanti sarebbe stata continuamente rassicurata dagli indagati, il “santone” e una psicologa. La rassicuravano circa la sua “sicura guarigione” e, secondo gli inquirenti, privata di qualsiasi adeguato trattamento medico che invece sarebbe stato necessario.

Gli approfondimenti investigativi medico-legali hanno accertato che l’intervento chirurgico effettuato e le successive conseguenti omissioni sono state in rapporto causale diretto con il decesso della giovane.