“Ghostbusters all’italiana” nel castello Ruspoli: quando il fantasma attira il turista

Pubblicato il 1 Agosto 2011 - 15:33 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Un castello di storia secolare, una principessa turbata, misteriose presenze e i “ghostbusters all’italiana” sono gli ingredienti per una storia di paranormale: il castello è quello di Vignanello, di proprietà della famiglia nobile Ruspoli, in provincia di Viterbo: segnalate “misteriose presenze”, richiesto l’intervento di Prisma, organizzazione che indaga i fenomeni paranormali.

Presunte presenze che abitano l’antico castello di Vignanello non sono nuove nei racconti popolari del luogo, ciò che è nuovo sono le dichiarazioni della principessa Claudia Ruspoli, che in una romanzesca notte buia e tempestosa avrebbe sentito dei rumori provenire da un altro piano, e avrebbe rinvenuto al mattino dei mobili spostati da non si sa quale misterioso inquilino.

Non sono però bastate le 4 ore di rilevamenti di Prisma per scovare lo scomodo e fantasmagorico inquilino: foto, video, contatori geiger, registratori altamente sensibili e rivelatori di campi elettromagnetici non hanno confermato la presenza del fantasma, ma i ghostbuster italiani non si sentono di escludere che una “presenza” abiti effettivamente il castello. Un mistero che non sembra avere soluzione, che scuote gli animi sensibili e quelli più scettici, lasciando un ragionevole dubbio: c’è un fantasma nel castello? Ognuno dovrebbe risolvere la questione seguendo le proprie credenze e convinzioni.

Troppe le variabili, strano il caso, sicuramente degno dell’umana curiosità che suscitano l’ignoto e le sue manifestazioni. Ma nel mondo reale, dove una risposta logica è d’obbligo, il dubbio che il fantasma vi sia c’è. E’ il fantasma della nobiltà non più ricca come un tempo, che affida al denaro proveniente dal turismo il mantenimento e le ristrutturazioni necessarie al “sovraffolato” castello, utile alla famiglia Ruspoli che non fa segreto dell’apertura al pubblico della reggia per pareggiare delle finanze non più così eccelse in tempo di crisi.

Sorge così inarrestabile il dubbio che le fantasmagoriche presenze altro non siano che una trovata pubblicitaria per sfidare l’uomo curioso, che è disposto a pagare un biglietto per la dose di brivido e adrenalina che solo l’ignoto ed il paranormale sanno regalare. Semplice la questione: aumenta il turismo, aumentano i guadagni. Si sfrutta la suggestionabile mente umana per rimpinguare le tasche del nobile in ristrettezze. Prisma avvisa che ulteriori controlli saranno necessari, per escludere con “certezza” la presenza di uno spettro come inquilino. Se poi il fantasma ci fosse davvero, allora un consiglio alla principessa sarebbe d’obbligo: se non si facessero vivi i turisti, che almeno il fantasma paghi regolare affitto. Regolare parcella intanto deve essere stata pagata alla Prisma, appunto i Ghostbusters all’italiana, quelli che refertano: il fantasma non c’è, ma anche sì…