Igor lo smemorato: da un anno al Pronto Soccorso del Policlinico Casilino a Roma

Igor lo smemorato: da un anno al Pronto Soccorso del Policlinico Casilino a Roma
Igor lo smemorato che vive al pronto soccorso Casilino (fonte Chi l’ha visto?)

ROMA – Da più di un anno, esattamente da agosto 2018, il Pronto Soccorso del Policlinico Casilino (Roma est) ospita un uomo, verosimilmente straniero, che nulla sa di sé. Non parla, sembra non capire, non possiede uno straccio di documento, non può offrire il minimo indizio di chi sia e da dove venga. Soprattutto non ricorda, ha perso la memoria. Lo chiamano Igor – Igor Kozlov – perché queste sono le generalità che gli agenti di polizia hanno dato agli operatori sanitari che lo hanno preso in carico. 

Amorevolmente e con generosità, a dispetto di qualsiasi elementare obbligo burocratico. Al Pronto Soccorso ormai Igor lo smemorato ci vive, condividendo gli spazi ospedalieri destinati ai malati che entrano ed escono. Lui no: dove altro potrebbe andare, norme e protocolli si rivelano impotenti a gestire un caso come il suo. La sua vicenda – scovata da Margherita De Bac per il Corriere della Sera – è triste e assurda, senza sbocco. 

“Ci fa tenerezza perché non è niente e nessuno. È un pulcino abbandonato”, dice di lui il direttore del Dipartimento, Adolfo Pagnanelli. Che lo ha accompagnato perfino da un giudice per fargli ottenere un amministratore di sostegno. Si esprime con suoni gutturali, ha un’età compresa fra 50 e 60 anni, che sia russo, o ucraino o comunque dell’est per ora è solo una congettura. Non capisce quello che gli si dice, non scrive. 

Ogni tanto veniva ricoverato al Policlinico e subito spariva dalla circolazione. Finché lo hanno trovato riverso per strada in preda alle convulsioni epilettiche. Da allora vive al Pronto Soccorso. Vane le ricerche nei vari “Chi l’ha visto?” dell’Europa dell’est. Nessuno lo reclama. Quando una persona si presentò, alimentando la speranza di tutti all’ospedale, venne fuori che Igor non aveva il tatuaggio che ci si attendeva. Gli resta la simpatia di medici e infermieri: non è poco. (fonte Corriere della Sera)

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