Ilva di Taranto, operaio Angelo Fuggiano muore colpito da cavo: sciopero immediato dei colleghi

Ilva di Taranto, operaio Angelo Fuggiano muore in incidente sul lavoro
Ilva di Taranto, operaio Angelo Fuggiano muore travolto da cavo: sciopero immediato dei colleghi (Foto Ansa)

TARANTO – Incidente mortale all’Ilva di Taranto la mattina del 17 maggio. Angelo Fuggiano, operaio di 28 anni della ditta di carpenterie metalliche Ferplast dell’appalto Ilva, è morto in un incidente avvenuto nel reparto Ima, quando è stato travolto da un cavo durante attività di manutenzione di una gru. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,Ladyblitz – Apps on Google Play]  I sindacati hanno proclamato lo sciopero dalle 11 del 17 maggio fino al primo turno del 18 maggio.

Secondo fonti sindacali, durante il cambio funi per la macchina scaricatrice DM 6, un cavo sarebbe saltato durante la fase di ancoraggio della parte finale travolgendo il lavoratore. Vani sono risultati i tentativi di rianimazione da parte degli operatori del 118. Sul posto anche vigili del fuoco, carabinieri, Guardia di finanza e ispettori del lavoro.

In una nota l’Ilva ha annunciato la morte dell’operaio, avvenuta nella zona del porto gestita dal Siderurgico, e scrive: “Questa mattina, durante le attività di manutenzione per la sostituzione di una fune nella sala argani della gru DM6 al IV sporgente, si è verificato un incidente che ha coinvolto Angelo Fuggiano, 28 anni, dipendente della ditta appaltatrice Ferplast, il quale è deceduto a seguito di un impatto con la carrucola utilizzata per coadiuvare le operazioni. La gru DM6 era ferma da due giorni per attività di manutenzione”.

La società ha dichiarato che sono state aperte le indagini per risalire alle cause dell’incidente e ha espresso profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia Fuggiano e ai suoi cari.  Le segreterie territoriale Fim, Fiom, Uilm e Usb di Taranto hanno proclamato lo sciopero dei dipendenti diretti e dell’appalto dalle 11 del 17 maggio fino a tutto il primo turno del 18 maggio dopo l’incidente sul lavoro in cui ha perso la vita Angelo.

Nel corso degli ultimi mesi, aggiungono le organizzazioni sindacali, “sono stati consumati più scioperi (ultimo il 30 aprile) per denunciare le condizioni di sicurezza carenti, generate anche da una serie di mancanze organizzative, assenza di investimenti e manutenzioni più volte denunciati, e oggi l’ennesimo inaccettabile episodio”. Fim, Fiom, Uilm e Usb ritengono “non più rinviabile una seria discussione sull’intero sistema degli appalti che vengono ancor più aggravate dallo stallo della trattativa Ilva in cui uno dei punti delle nostre rivendicazioni è l’avvio di un vero e proprio codice degli appalti”.

Contestualmente, i sindacati chiedono al prefetto Donato Cafagna “una celere convocazione per rappresentare la grave e oramai non più sostenibile situazione” . Nel comunicato le organizzazioni sindacali richiamano “con forza le precarie condizioni in cui vivono i lavoratori delle aziende dell’appalto e dell’indotto Ilva, che, alle continue tensioni di precarietà, mancanza di stipendi, incertezza sul futuro, aggiungono anche minori condizioni di sicurezza”.

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