Intercettazioni, stampa divisa sulla sciopero: “Meglio spiegare la protesta”

Pubblicato il 6 Luglio 2010 - 10:26 OLTRE 6 MESI FA

Bianca Berlinguer, direttore del Tg3

Sicuri che lo sciopero della stampa sia il miglior modo di manifestare il dissenso contro la legge sulle intercettazioni? Il dubbio serpeggia da giorni nelle redazioni, in attesa del “black out” annunciato dalla Federazione della stampa per il 9 luglio. Un dubbio al quale ha dato voce Marco Travaglio sulle colonne del Il Fatto.

“Bisogna trovare il modo di spiegarne le motivazioni, altrimenti diventa soltanto un giorno al buio dell’informazione”, spiega Bianca Berlinguer, direttore del Tg3 intervistata dal Riformista, che comunque aderirà allo sciopero.

Una proposta alternativa arriva da Mario Orfeo, direttore del Tg2: “Sicuramente il mio telegironale farà sciopero”, spiega proponendo “una giornata dedicata all’informazione sulle intercettazioni telefoniche”.

Non sono poche le redazioni che uno sciopero, semplicemtne, non se lo possono permettere. Il Manifesto, da anni cronicamente in rosso, di solito va in stampa nelle giornate di sciopero. Non questa volta, però, e “pur pagando un prezzo molto alto”.