Isis, Lara Bombonati e Francesco Cascio: lei aspirante terrorista, lui morto da martire

di redazione Blitz
Pubblicato il 24 Giugno 2017 - 13:01 OLTRE 6 MESI FA
Isis, Lara Bombonati e Francesco Cascio: lei aspirante terrorista, lui morto da martire

Isis, Lara Bombonati e Francesco Cascio: lei aspirante terrorista, lui morto da martire

TORINO – Lei voleva compiere “azioni violente”. Lui voleva diventare martire ed era impegnato nella spasmodica ricerca del jihad. E alla fine in combattimento è morto. Francesco Cascio, il marito della foreign fighter Lara Bombonati, 26 anni, è deceduto lo scorso 26 dicembre durante una non meglio precisata “irruzione armata” in un campo di addestramento in Siria.

Secondo quanto emerge dalle indagini che hanno portato all’arresto di Bombonati a Tortona (Alessandria), sembra che a spingere l’uomo ad imbracciare il fucile sia stata proprio la donna, che al rifiuto del marito di andare a sparare gli avrebbe intimato di “fare il proprio dovere”.

Francesco Cascio era nato a Erice, in provincia di Trapani, e aveva vissuto per circa vent’anni a Castellammare del Golfo (Trapani). Di lui però, nella cittadina siciliana, non hanno notizie da un anno.

La moglie era entrata in contatto con altre donne musulmane via Skype, con utenza jalyk, e aveva preso il nome islamico di Khadija. Faceva da staffetta tra la Siria e la Turchia per conto delle milizie jihadiste.

Dopo la conversione all‘Islam si era trasferita con il marito in Turchia e in Siria dove, dopo l’affiliazione al gruppo combattente Ha’yat Tahrir Al-Sham, si occupava di dare assistenza logistica, sanitaria e psicologica ai combattenti. E spesso faceva da staffetta verso la Turchia per consegnare o acquisire documenti. In occasione di uno di questi viaggi, la Bombonati era stata arrestata dalle autorità turche mentre cercava di rientrare in Siria utilizzando documenti contraffatti.

Il gruppo Ha’yat Tahrir Al-Sham opera nel territorio della provincia di Idlib, in Siria, ed è una propaggine qaedista di Jabhat Al Nusra, gruppo armato salafita. Attivo dal 2012 anche con il nome di “fronte del soccorso al popolo di Siria”, nei mesi scorsi ha rivendicato alcuni attentati terroristici compiuti nelle città di Homs e Damasco nei quali sono rimasti coinvolti anche dei civili.