Marika Russo, accoltellata dal padre nel sonno: “Non voglio più dormire”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Agosto 2014 - 12:06| Aggiornato il 29 Agosto 2014 OLTRE 6 MESI FA
Marika Russo, accoltellata dal padre nel sonno: "Non voglio più dormire"

Laura e Roberto Russo (Foto Ansa)

CATANIA – “Ho paura, non voglio più dormire”. Marika Russo, 14 anni, è sopravvissuta all’aggressione del papà. Roberto Russo, 47 anni, era stato lasciato dalla moglie e la mattina del 22 agosto ha accoltellato le due figlie di 12 e 14 anni mentre dormivano. Per la più piccola, Laura, non c’è stato nulla da fare. Marika invece è ricoverata all’ospedale Garibaldi di Catania, è spaventata e ancora non sa che la sua sorellina è morta.

Andrea Galli sul Corriere della Sera scrive:

“Marika si era svegliata, aveva urlato richiamando l’attenzione dei fratelli che avevano fermato il genitore, ed era corsa al piano di sopra, dove abitano gli zii. Aveva perso tre litri di sangue”.

Ricoverata a Catania, al medico che l’ha in cura ha parlato di se in terza persona:

“Quando ha parlato per la prima volta, Marika ha chiesto a Pintaudi di se stessa, usando la terza persona: «Dov’è Marika?». Pensava fosse morta, o forse voleva esserlo. Perché anche se ha già avuto e affrontato, da piccola, un tumore, Marika, quella notte, ha visto e ha sentito. Nessun altro se non lei potrà aiutare a capire quest’uomo, suo papà, che poi aveva anche tentato, invano, d’uccidersi, e che rimane piantonato. Giura di non ricordare d’esser diventato un mostro”.

Il matrimonio di Russo era in crisi:

“La moglie se ne stava in una casa di campagna, insieme alle figlie. Ma i due ancora non s’erano detti addio: non a caso le ragazzine avevano ampia possibilità di andare con papà. Come giovedì. Una pizza insieme, una breve passeggiata, infine tutti a riposare. Nel letto matrimoniale si erano sistemati in tre: Laura, Marika e il padre. Roberto Russo alle quattro di venerdì s’era svegliato, era andato al pc, si era seduto, aveva cercato qualcosa su internet, si era alzato, aveva preso i coltelli e aveva colpito le figlie. Sempre al torace”.

Marika continua a chiedere della sorellina e in ospedale, al neuropsichiatra, ha iniziato a raccontare l’orrore di quella mattina:

“Nessuno, nel reparto di rianimazione, in caserma e in Procura, entra nei dettagli. Quel che si riesce a sapere è che ha raccontato delle coltellate, del padre, della corsa dagli zii, ferita, quasi senza sensi, col tormento d’aver abbandonato la sorellina minore. Le hanno detto, per adesso, che Laura riposa come lei, in una stanza dell’ospedale”.