Massimo Giuseppe Bossetti resta in carcere

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Giugno 2014 - 20:17| Aggiornato il 20 Giugno 2014 OLTRE 6 MESI FA
Massimo Giuseppe Bossetti resta in carcere. Ma il gip non convalida il fermo

Massimo Giuseppe Bossetti

BERGAMO – Omicidio di Yara Gambirasio, Massimo Giuseppe Bossetti resta in carcere. Secondo il gip non esiste il pericolo di fuga su cui si era basato il fermo, ma ci sono indizi di colpevolezza che non permettono di liberare Bossetti. Deve rimanere in carcere per la “gravità intrinseca del fatto, connotato da efferata violenza“, si legge nell’ordinanza, secondo quanto riportato dall’agenzia Ansa, che ne ha preso visione.

Il gip, si legge ancora, prende in esame

“la personalità del Bossetti, dimostratosi capace di azioni di tale ferocia, posta in essere nei confronti di una giovane ed inerme adolescente abbandonata in un campo incolto dove per le ferite ed ipotermia ha trovato la morte”.

Il fermo, però, non va convalidato perché “non è stato legittimamente disposto, poiché dagli atti non si evince alcun elemento concreto e specifico dal quale desumere il pericolo di fuga”.

Per il gip di Bergamo, Ezia Maccora, non c’è pericolo di fuga in quanto Bossetti

“è soggetto regolarmente residente in Italia ove vive il suo nucleo familiare e i suoi figli minori e dove svolge attività lavorativa”.

L’uomo, annota il gip,

non si è allontanato dopo l’omicidio, che è avvenuto nel 2010, ed è rimasto in loco durante tutte le indagini e nonostante le risonanze mediatiche delle stesse, tanto che i militari che hanno eseguito il fermo lo hanno trovato presso il luogo di lavoro”.

Il giudice sottolinea che Bossetti

non si è allontanato neanche dopo che la madre si e sottoposta al prelievo per l’esame del dna e da ultimo dopo che i militari lo hanno sottoposto al controllo, tramite alcol test, per effettuare il prelievo genetico che è stato utilizzato per la comparazione, con esito positivo, con la traccia biologica trovata sul corpo della vittima”.

Nel frattempo la casa in cui il muratore viveva insieme alla moglie e ai loro tre figli è stata sequestrata. Carabinieri e polizia sono usciti dalla villetta di Mapello dopo quasi due ore di sopralluogo, portando via due grandi sacchetti. Uscendo hanno sigillato l’abitazione di via Piana di Sopra: ”Immobile sottoposto a sequestro penale su disposizione della procura della Repubblica”, si legge ora alla porta d’ingresso.