Prof molesti a scuola, omertà ambientale e famiglie che temono bocciatura-vendetta

di Riccardo Galli
Pubblicato il 14 Febbraio 2022 - 09:38 OLTRE 6 MESI FA
Prof molesti a scuola, omertà ambientale e famiglie che temono bocciatura-vendetta

Prof molesti a scuola, omertà ambientale e famiglie che temono bocciatura-vendetta FOTO ARCHIVIO ANSA

Una trasmissione radiofonica, ascoltatori che intervengono e raccontano, un episodio, due, dieci…Sono testimonianze da verificare, sono racconti di situazioni specifiche, sono resoconti senza prove documentali. E non sono certo un campione statisticamente ponderato. Sta di fatto che tutti quelli che chiamano Radio 24 in un mattino, in un’ora e passa di radio dedicata al tema del prof molesti a scuola, raccontano di costanti, di comportamento costanti intorno a queste molestie: l’omertà dell’ambiente e le famiglie preoccupate in prima, e talvolta anche in definitiva battuta, della bocciatura-vendetta.

Primo istinto: non impicciarsi e farsi coinvolgere

I racconti convergono su un punto: alla notizia delle presunte molestie sessuali di un insegnante nei confronti di una ragazza o di un ragazzo il primo istinto che scatta è di auto conservazione. Di se stessi, del proprio starne fuori. Colleghi pro, impiegati, dirigenti...l’ambiente scuola decora questo istinto di auto tutela in forma di scetticismo (ma sarà vero?), incredulità sospettosa (non si starà esagerando/fraintendendo?), garantismo severo (non si può rovinare una reputazione e una vita…). Fin qui c’è qualcosa anche di sano che cammina insieme alla mala voglia di non volerne sapere niente.

Secondo stadio, il non possiamo farci nulla

Il secondo stadio sempre presente nei racconti è quello del non possiamo farci nulla. Anche quando non è più soltanto una chiacchiera maligna, anche quando la molestia diventa per così dire “notoria” dentro la scuola, dentro la stessa scuola ci si barrica dietro il “non siamo noi che dobbiamo trovare ed esibire le prove”. E comunque l’istinto è a coprire, non tanto il molestatore, quanto coprire lo scandalo. Perché lo scandalo è fastidioso e oneroso, comporta assumersi responsabilità, fare scelte, appunto impicciarsi e farsi coinvolgere. Quindi tutti sanno ma nessuno dice o tutto dicono ma nessuno sa…

Omertà di gruppo e di…legge

C’è anche di peggio come costante dei racconti: c’è l’omertà di gruppo. Nessuna meraviglia: ogni gruppo sociale sviluppa e pratica una forma di omertà a copertura e raggio della categoria di appartenenza. Lo fanno gli insegnanti come gli avvocati, gli autisti di bus, gli idraulici o gli impiegati al Comune…Omertà tesa non a proteggere il molestatore eventuale ma a proteggere il membro della categoria. Tradotto: il molestatore, se provato sia tale, sia punito senza che però sia punito il prof.

Tradotto ancora: condannatelo, magari in Tribunale. Ma licenziatelo mai. Licenziare un dipendente pubblico, licenziare un insegnante e licenziarlo subito sarebbe abbattere o almeno forare il muro di protezioni per i pubblici dipendenti e per gli insegnanti. Quindi un dirigente scolastico e un Ministero e un ispettore in buona parte non possono e culturalmente non vogliono cacciare, togliere subito da scuola insegnante eventualmente dedito a molestar sessualmente alunni. Si minimizza, magari un equivoco, una iper sensibilità… Si analizza, si rinvia, si demanda…

Infine, al fondo, le famiglie

Si sa che il più delle famiglie degli alunni e delle alunne si sono fatte fieri custodi della promozione scolastica della prole, Vigilano (senza competenza alcuna ma con somma presunzione) sulla didattica, sui programmi. Vigilano sulla valutazione scolastica dei figli che, qualora non fosse encomiastica, rifiutano fino a portarla in Tribunale. Vigilano su mense e palestre, perfino sui libri di testo (magari senza aver una, per così dire, bibliografia minima di appoggio nella loro vita e formazione). Ma, quando c’è il sospetto di una molestia in classe e a scuola, fino a che possono tentano e preferiscono pensare sia cafonaggine, equivoco, volgarità e qualunque altra cosa ma non proprio molestia sessuale. E nei racconti alla radio la costante è: fanno così perché al fondo temono che il prof o la prof denunciata o accusata finisca per reagire con una bocciatura-vendetta-rappresaglia.

Questi i racconti, racconti di mala gente

Questi i racconti di ciò che accade in una scuola quando appare il problema di un insegnante presunto molestatore di alunni. Forse sono racconti maligni, racconti di mala gente che male racconta. O forse sono racconti non infondati di mala gente, cioè di gente, di normalissima gente che, in nome del non impicciarsi, non colpire la categoria, non mi compete e non mi conviene, malamente vive.