Il liceo non ha i soldi per pagare gli esami di maturità. Il preside: “Paghino le famiglie”

Pubblicato il 7 Giugno 2010 - 09:36 OLTRE 6 MESI FA

A soffrire della crisi sono anche gli esami di maturità. Così, se nelle casse delle scuole superiori non ci sono più soldi, per pagare i commissari ci si rivolge alle famiglie. La stravagante ma reale proposta arriva da Putignano, in provincia di Bari, dove il preside del liceo scientifico ‘Majorana’ ha lanciato l’idea di attingere dalle tasche degli studenti per “rabbonire” i commissari d’esame che, altrimenti, verrebbero pagati in ritardo e potrebbero riversare la propria frustrazione sui poveri esaminandi.

Le cose stanno così: per pagare i dodici commissari d’esame, più nove interni, alla maturità (che avrà inizio solo fra due settimane) servono 47.500 euro ma dal ministero della Pubblica istruzione ne arriveranno solo 30mila. Risultato: ne mancano 17mila e 500. A spiegarlo è il preside del liceo, Pietro Gonnella. «Negli anni scorsi – dice al Corriere della Sera – abbiamo pagato le indennità di funzione e di trasferta dei professori sottraendo fondi ad altre destinazioni. Ma stavolta in cassa non ho più niente. Equitalia ha perfino chiesto il pignoramento perché non abbiamo versato la tassa dei rifiuti».

Un grosso problema per il liceo ‘Majorana’. Ma il Consiglio d’istituto non si è perso d’animo e con una delibera ha invitato le famiglie dei 127 studenti che dovranno affrontare la maturità a colmare questo gap: a testa dovranno versare 145 euro, che serviranno a dare ai commissari ciò che a loro spetta. «Qui si tratta di non far innervosire i commissari con l’idea che saranno pagati in ritardo. Alla maturità, si sa, i ragazzi hanno bisogno di comprensione…», spiega Gonnella, docente di materie letterarie e latino, preside del «Majorana» dal 1992, prossimo alla pensione.

Il versamento, in realtà, si tratterebbe solo di un prestito. Non appena il ministero salderà la differenza fra anticipo e cifra necessaria a pagare i professori a fine esami, secondo la deliberazione del Consiglio d’istituto, le famiglie verrebbero rimborsate. Ma il condizionale resta d’obbligo. Dal 2004 infatti, chiarisce lo stesso preside, il Miur non distribuisce più il saldo degli esami di Stato: il ministero versa solamente l’anticipo, poi il problema è delle scuole. «Unica eccezione, l’anno 2009, quando il saldo arrivò, circa 5 mesi dopo la conclusione degli esami » puntualizza il preside.

Dura la reazione del dicastero guidato da Mariastella Gelmini. Il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale pugliese, Lucrezia Stellacci, ha annunciato che il ministero dell’Istruzione ha già accreditato 110mila euro in più tranche, dal primo febbraio 2010 al 19 maggio, comprensivi dei 30 mila euro necessari per pagare le commissioni per gli esami di maturità. Da questa mattina, inoltre, nel liceo ‘Majorana’ è in corso un’ispezione di un dirigente inviato dalla prof. Stellacci che ha il compito di ricostruire le modalità con le quali è stato chiesto il denaro in prestito, da restituire – secondo quello che sarebbe stato detto alle famiglie – dopo il saldo del ministero. «Se una scuola ha problemi di bilancio – era stato detto dal Miur – può rivolgersi all’Ufficio scolastico provinciale, che erogherà le somme necessarie».

Neanche gli studenti sono favorevoli a questa “tassa sulla maturità”. Sabato scorso si sono riuniti in assemblea ed hanno deciso che il prestito o lo faranno tutte le famiglie, o non lo farà nessuna. «Siamo in attesa – dice il preside Gonnella -. Certo, se i commissari non saranno pagati e non saranno sereni, i ragazzi non potranno dare la colpa a noi. Li avevamo avvisati…».