Rebibbia, detenuto con problemi psichici si toglie la vita nel giorno del suo compleanno Rebibbia, detenuto con problemi psichici si toglie la vita nel giorno del suo compleanno

Rebibbia, detenuto con problemi psichici si toglie la vita nel giorno del suo compleanno

Nel carcere di Rebibbia, Roma, un detenuto 52enne con problemi psichici si è tolto la vita, con una busta, nel giorno del suo compleanno.

La nota del sindacato S. PP.

“Nel carcere di Rebibbia a Roma un detenuto italiano di 52 anni con problemi psichiatrici oggi si è suicidato dopo essersi coperto la testa con una busta e aver inalato del gas, proprio nel giorno del suo compleanno. Altro che 72, come sostiene il Ministro Cartabia: i detenuti con problemi mentali sono molto più numerosi”.

A riferirlo è Aldo Di Giacomo, segretario generale del S.PP. ricordando che da inizio anno nelle carceri “ci sono stati 18 suicidi, 4 di stranieri, 16 di italiani, il più giovane aveva 24 anni e il più anziano 56 (nel 2020 i suicidi sono stati 62, uno ogni 10mila detenuti, il tasso più alto degli ultimi anni)”.

Di Giacomo: “Il problema psichiatrico nel carcere è da sempre sottovalutato e sottodimensionato”

Per Di Giacomo “i detenuti con problemi psichiatrici certificati sono circa 1.300, di cui 630 circa ospitati nelle 30 Residenze per le misure di sicurezza (Rems) disponibili, e oltre 700 in attesa di entrarvi. Le regioni con più detenuti in attesa sono la Sicilia con circa 140 detenuti, la Calabria con 120 e la Campania con 100. Il problema psichiatrico nel carcere è da sempre sottovalutato e sottodimensionato: gli episodi di autolesioni di detenuti con difficoltà psichiatriche sono circa dieci ogni giorno, quattro sono le aggressioni che quotidianamente i poliziotti penitenziari subiscono da detenuti con problemi psichiatrici e due sono i tentativi di suicidio che la polizia penitenziaria riesce ad evitare. È condivisibile la raccolta di firme per evitare che le persone con problemi psichiatrici non finiscano in carcere e scontino la loro pena in centri di cura per la riabilitazione e la rieducazione” ha proseguito il segretario generale del Sindacato di polizia penitenziaria, evidenziando che “appare evidente che il problema debba essere affrontato in modo più organico e generale con l’introduzione di norme specifiche che evitino che le persone con problemi psichiatrici riconosciuti entrino in carcere”.

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