Scontri Inter-Napoli, il pm: “Assalto guidato da due persone, uno parlava francese”

Scontri Inter-Napoli, il pm: "Assalto guidato da due persone, uno parlava francese"
Scontri Inter-Napoli, il pm: “Assalto guidato da due persone, uno parlava francese”

MILANO – E’ stato “un agguato preordinato, un assalto guidato da due persone, una delle quali impartiva ordini in francese”. E’ questa la ricostruzione che il pm di Milano fa degli scontri che hanno segnato la vigilia della partita tra Inter e Napoli, a Milano, e costati la vita a Daniele Belardinelli

Scontri sfociati un vero e proprio “combattimento” per le strade di Milano, quando i tifosi del Napoli sono scesi dai van che li trasportavano allo stadio per respingere l’aggressione. Nelle mani dei contendenti bastoni, mazze, roncole e razzi, aste e cinture. Col procedere delle ore, dalle indagini emergono nuovi particolari, alcuni ancora da confermare, sui fatti che mercoledì sera hanno preceduto la partita e portato alla morte dell’ultrà del Varese Daniele Belardinelli, travolto da un suv di passaggio.

Nuovi elementi sono attesi dagli interrogatori dei primi tre arrestati nell’inchiesta: i tifosi interisti Luca Da Ros, 21 anni, Francesco Baj, 31 e Simone Tira, 21. Sono accusati di rissa aggravata dalla morte dell’ultrà e dal ferimento di quattro supporter partenopei, di lesioni e lancio di razzi. Compariranno sabato davanti al gip Guido Salvini per l’udienza di convalida nel carcere di San Vittore e in quella sede sembrano intenzionati a chiarire qual è stato il loro ruolo negli scontri.

Gli avvocati Mirko Perlino e Antonio Radaelli i quali, dopo averli visti, li definiscono “molto provati” per quanto accaduto, attribuiscono loro un ruolo “marginale” negli scontri e ne chiederanno la scarcerazione. Le indagini proseguono per identificare gli altri partecipanti alla rissa e per individuare il conducente del Suv che ha travolto Belardinelli sulla corsia opposta rispetto a quella sulla quale si trovavano gli interisti.

Anche tifosi gemellati del Varese e del Nizza hanno preso d’assalto la colonna di van con a bordo i napoletani che sarebbe stata segnalata dalla Digos di Napoli, e individuata al casello di Melegnano, dove di solito vengono agganciati i tifosi in auto, prima di entrare in città.

Questo aspetto della ricostruzione è ancora in corso di accertamento, così come la circostanza che la colonna fosse preceduta da una macchina della polizia con i lampeggianti accesi. I pm che hanno chiesto la convalida scrivono, comunque, che tra nerazzurri e napoletani c’è stato un “combattimento”. In rete circola anche un audio di un presunto ultrà del Napoli che si vanta: “Siamo tutti insieme, li abbiamo uccisi”.

All’assalto con bastoni, mazze, roncole e razzi, “i tifosi del Napoli – è la ricostruzione degli inquirenti – arrestavano i mezzi, scendevano dagli stessi con aste e cinture, aggredivano a loro volta i tifosi dell’Inter, intrattenevano con loro un combattimento”.

Secondo alcune testimonianze agli atti, a dirigere l’assalto ai van sarebbero state due persone, una delle quali impartiva ordini in francese e i testimoni riferiscono di aver visto “tre o quattro persone” che trasportavano un uomo (forse Belardinelli) che aveva “i pantaloni stracciati”, mentre i soccorritori urlavano: “Ha le gambe rotte”.

Il questore, Marcello Cardona, ha emesso sette Daspo a carico di ultras interisti. Si tratta di sette dei nove indagati, compresi gli arrestati, e il provvedimento è esteso alle competizioni internazionali: buona parte di loro risulta avere numerosi precedenti penali e cinque erano già stati colpiti da Daspo emessi anche in altre province.

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