Scoperto giro di tangenti: arrestati dirigente Asl Viterbo e 2 imprenditori

Finiti in manette Ferdinando Selvaggini, 51enne, già responsabile del Ced della Asl di Viterbo – Massimo Ceccarelli, 50 enne, già delegato per la zona di Viterbo della “Telbios spa”, società partecipata dalla Telecom Italia spa – Alfredo Moscaroli, presidente del consiglio d’amministrazione della società “Isa” operante nel settore forniture e servizi informatici

Scoperto un giro di tangenti sugli appalti di forniture alla Asl di Viterbo. I Carabinieri della Compagnia di Viterbo nella mattina di venerdì 11 dicembre  hanno dato esecuzione a tre ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Gip del tribunale di Viterbo nei confronti di Ferdinando Selvaggini, 51enne, già responsabile del Ced della Asl di Viterbo; Massimo Ceccarelli, 50 enne, già delegato per la zona di Viterbo della “Telbios spa”, società partecipata dalla Telecom Italia spa; Alfredo Moscaroli, presidente del consiglio d’amministrazione della società “Isa” operante nel settore forniture e servizi informatici.

I reati contestati sono corruzione aggravata per atto contrario ai doveri del proprio ufficio. In particolare, si legge in una nota dei carabinieri, «si contesta a Selvaggini di essere venuto meno ai suoi doveri di imparzialità e fedeltà verso la Pubblica amministrazione, venendo ricompensato per atti contrari ai propri doveri d’ufficio che assicurassero alla Isa, società dell’imprenditore Alfredo Moscaroli, l’affidamento, a procedura negoziata, di molteplici appalti di fornitura e servizi nel settore informatico».

«Il compenso di Selvaggini – si legge nella nota dei militari – in adempimento dell’accordo corruttivo era formalmente corrisposto allo stesso attraverso un incarico di consulenza conferito alla propria moglie, insegnante di disegno tecnico, da parte della Isa, per 165 mila euro per gli anni dal 2004 al 2007».

A fare da “intermediario” tra Selvaggini e Moscaroli, secondo quanto emerso dalle indagini, sarebbe stato Ceccarelli, accusato, spiegano i militari nella nota, «di essere il collettore delle tangenti per conto del pubblico ufficiale. Per questa sua attività di intermediazione le modalità di percepire la tangente era la stessa: una consulenza conferita dalla Isa alla moglie per 60mila euro (cinquemila euro mensili). È stato lo stesso Ceccarelli ad ammettere che la donna non aveva nessuna competenza in materia e che la somme erano destinate a lui stesso per una sua non meglio definita opera professionale».

«Selvaggini e Ceccarelli erano già stati arrestati nel luglio di quest’anno perchè colti nell’atto di percepire una tangente da 15mila euro da Michele Di Mario, socio della Lte srl – si legge ancora nella nota – al fine di orientare la scelta della Pubblica amministrazione sulla Lte che doveva subentrare alla ‘Elecom’, rea di non aver mantenuto fede ad un pregresso rapporto di natura corruttiva, mancando al pagamento di parte delle dazioni tangentizie, dovendo ancora versare circa 57mila euro».

«Per quanto Moscaroli – conclude la nota – i vantaggi tratti dalla Isa, solo per quanto riguarda alcuni contratti di manutenzione, ci sarebbero stati introiti per circa 900 mila euro che potevano lievitare con fatturazioni maggiorate per importi superiori a quelli reali».

Gestione cookie