Scuola. I mille capricci dei prof: dal pennello di bue, a libri e dizionari
Pubblicato il 23 Settembre 2013 - 12:38 OLTRE 6 MESI FA
ROMA – Scuola. I mille capricci dei prof: dal pennello di bue, a libri e dizionari. Non fa ridere, neppure quando sfiora lo stravagante e il surreale, l’elenco delle richieste, spesso esose, quasi sempre assurde, che gli alunni delle scuole italiane si sentono rivolgere all’inizio dell’anno, tra album liscio-ruvidi, pennarelli introvabili, libri costosi e inutili. Inizio che comincia prima, naturalmente, con il rito della caccia al libro, il cui esito può essere pregiudicato dal capriccio di un insegnante che dopo la spesa di tempo e denaro può anche dirti che in fondo non serviva. Pretese e capricci: Il Giornale ne ha raccolti un bel po’ anche grazie ai suggerimenti di qualche madre disperata che ha scritto al quotidiano non sapendo più dove sbattere la testa.
Provateci, provateci voi a catturare un pennello, anzi, tre pennelli di pelo di bue a punta tonda, taglia 2, 5 e 9.E,ancora, provateci voi, già che ci siete, a catturare anche due pennelli, sempre di pelo di bue, a punta piatta, detta, pare, punta a lingua di gatto, di taglia 4 e di taglia 8. Se va bene, ma proprio se va bene, il negozio più attrezzato vi risponderà (non stiamo scherzando, giuro) che «in stock hanno soltanto pennelli di pelo di pony».
L’esempio si riferisce alla particolare odissea del pennello di bue, strumento imprescindibile per i giovani artisti delle nostre medie inferiori. Per non parlare della decisiva differenza tra quaderno a quadretti di quattro millimetri e quaderno a quadretti di cinque millimetri, o dei 300 euro per 17 libri ordinati da 7 professori, o di un «corredo»di materiale didattico, che, a guardar bene, somiglia più a un «corredo di capricci ».