Scuole chiuse per Covid: Italia 93, Francia 41 giorni perduti in questo anno scolastico. Carabinieri per aula affollata, mai per bar strapieno

di Riccardo Galli
Pubblicato il 4 Marzo 2021 - 11:08 OLTRE 6 MESI FA
Scuole chiuse: Italia 93, Francia 41, da noi il doppio dei giorni. Carabinieri per aula affollata, mai per bar strapieno

Scuole chiuse: Italia 93, Francia 41, da noi il doppio dei giorni. Carabinieri per aula affollata, mai per bar strapieno (Foto d’archivio Ansa)

Scuole chiuse: in Italia 93 giorni, in Francia 41. E’ la classifica dei giorni di scuola perduti in questo anno scolastico. Dovrebbe essere la misura del nostro disagio e del nostro danno, è invece la misura della nostra indifferenza. La Francia sin dall’inizio fa di tutto pere tenere aperte le scuole e prima delle scuole, ancora oggi, chiude bar, teatri e musei.

La Francia non gioca a cultura sì e anche fatturato tazze e bicchieri e posate sì e aule scolastiche no. La Francia tiene chiusi sia i teatri che i bar ma tiene aperte le scuole. Non piacciono i francesi altezzosi e con la puzza al naso con la loro aria di nati imparati? Le scuole le tengono aperte più di noi i tedeschi. E pure gli spagnoli. Per non parlare di olandesi e nordici vari. 

Scuole chiuse come…domeniche ecologiche

Da noi in Italia si chiudono da un anno le scuole con la stessa ripetitività coatta con cui si decretano le domeniche ecologiche a traffico limitato o vietato.  Lo si fa perché non si sa che altro fare, lo si fa per dar mostra di fare qualcosa e non incorrere nell’accusa di non far nulla, lo si fa perché fare qualcosa d’altro sarebbe complicato, faticoso e forse, anzi senza forse, impopolare. La domenica ecologica non serve a nulla di fronte all’inquinamento atmosferico, è per i sindaci una incombenza burocratica da assolvere, incombenza a basso impatto di opposizione sociale. 

Incredibilmente a basso impatto di opposizione sociale è anche la ripetitività coatta di governi Regionali e sindaci e sindacati e istituzioni nel chiudere le scuole. Si chiudono le scuole per metà, forse due terzi dell’anno scolastico, e a giugno tutti promossi. Basta il tutti promossi a spiegare la scarsa opposizione sociale alla chiusura sistematica delle scuole? No, ci vuole altro.

Scuole chiuse: un’ideologia di sostegno e una teoria economica

Per spiegare al fondo perché l’Italia chiuda le sue scuole molto più di ogni omologo paese europeo (e non solo europeo) occorre guardare all’ideologia di sostegno, quella magnificamente esemplificata da Giovanni Toti presidente Regione Liguria: “idea elitaria dell’istruzione e della cultura” voler tenere le scuole aperte come e anche più di bar, ristoranti, piscine, palestre. Nell’istruzione di Giovanni Toti e di un intero ceto che a vario titolo amministra la cosa pubblica la scuola al primo posto o almeno ai primi posti è un  vezzo elitario. Un altro modo di declinare la ferma convinzione che la cultura non si mangia.

E qui soccorre la teoria economica sottesa: bar, ristoranti, piscine, palestre, impianti di sci e quanti altri hanno sofferto chiusure fanno Pil, denaro, moneta, soldi. La scuola no. La scuola non incassa. La scuola fa pezzi di carta. La scuola si può chiudere, un po’ e anche un po’ tanto. Tanto… Ideologia di sostegno e teoria economica che trovano vasta eco e condivisione tanto tra i olitici e gli amministratori quanto tra il popolo e nelle famiglie.

Scuole chiuse: alibi del contagio montante tra i giovani

Tra i 13 e i 19 anni la fascia d’età in cui sta attecchendo di più il contagio della variante inglese. Lo prendono a scuola il contagio, chiudiamo quindi le scuole! E se quei ragazzi e ragazze a scuola lo portassero il contagio? Magari preso nei pomeriggi degli aperitivi infiniti o nelle sere di passeggio, piazza, struscio e shopping senza mascherina? Chiudere la scuola perché lì in giovani sin incontrano e stanno insieme e lasciare aperti tutti gli altri luoghi dove gli stessi giovani si incontrano e stanno insieme è dichiarare sacrificabile quel che si ritiene conti e valga meno, per noi comunità d’Italia quel che conta e vale meno è infatti la scuola.

Coerentemente il grottesco di Carabinieri (non è colpa loro ma potevano elegantemente sottrarsi) a interrompere l’illecito di una aula scolastica troppo affollata. Mai visti Carabinieri sfollare un bar strapieno. Questioni di priorità.