Scuole private e Imu, i mille modi per non pagare

ROMA – Imu alle scuole private, con il decreto liberalizzazioni pagano la tassa solo quelle che fanno attività commerciale. Uno specifico emendamento infatti specifica che saranno esentate quelle che svolgono la propria attività con modalità concretamente ed effettivamente non commerciali. Ma le scuole private italiane partono al contrattacco: la tassa non la vogliono pagare. I modi per evitarla in effetti ci sono. Li elenca Repubblica: far rientrare l’immobile nel patrimonio della congregazione religiosa a cui fa riferimento la scuola. Oppure passare la proprietà ad una Onlus o creare una cooperativa ad hoc.

Francesco Ciccimarra, presidente dell’Associazione Gestori Istituti Dipendenti dall’Autorità Ecclesiastica, spiega: “Le scuole cattoliche non pagheranno l’Imu perché nel giro di un anno sarebbero tutte costrette a chiudere e a mandare a casa 40 mila lavoratori. Faremo ricorso al giudice. L’Imu che andrebbe ad aggiungersi ai deficit gestionali. Oggi in molte scuole cattoliche stiamo applicando i contratti di solidarietà, d’accordo con i sindacati, per cui il dipendente prende il 30 per cento in meno e lo Stato assicura il 100 per cento dei contributi”.

Il segreto delle paritarie, da sempre, è la formula “senza fini di lucro”. Continua Repubblica: Ma chi decide se la scuola paritaria non accantona utili, grazie alle rette e ai contributi dello Stato, facendo risultare il bilancio in pareggio o addirittura in rosso? Qui l’affare si complica. Il Ministero dell’Istruzione ha solo compiti di indirizzo e di registrazione dei dati. Chi fornisce i dati sulle scuole paritarie? In base alla legge, il compito spetta ai direttori scolastici regionali. Quali strumenti hanno a disposizione? Ovviamente gli ispettori. Peccato che siano meno di 70 in tutta Italia e controllare quasi 14 mila scuole paritarie è una missione impossibile. Ergo, la prassi diffusa è quella dell’autocertificazione. Già oggi, una notevole percentuale delle scuole paritarie non risulta a scopo di lucro. Su un totale di 13.910 istituti, le materne sono 9.929 (il 95% delle quali dichiara di non guadagnare un euro dalla sua attività), le elementari sono 1.539 (73% non a scopo di lucro), le medie inferiori 690 (72% senza profitti) e le superiori risultano 1.752. Qui le cose cambiano: solo il 38%, infatti, non sono a scopo di lucro.

Con buona probabilità certificheranno le scuole stesse, attraverso l’autocertificazione. Il compito, per legge, spetterebbe infatti ai direttori scolastici regionali. Peccato che possano contare su 70 ispettori n tutta Italia su quasi 14 mila scuole paritarie.

Gestione cookie