L’avvocato della donna morta a Signa (Fi): “Anni ed anni di denunce inutili”

Non era la prima volta che Anna Maria Lotti e la figlia Eva, la prima, morta mercoledì sera dopo una serie di coltellate, la seconda in condizioni gravissime, subivano gli attacchi e le minacce di Giovacchino Sereni. Il pensionato di 75 anni, condannato per stalking proprio mercoledì mattina e che poi nel pomeriggio ha aggredito le due donne a Signa (Fi), uccidendo la madre, Anna Maria Lotti di 64 anni, e ferendo in maniera molto grave la figlia di 40 anni.

Giovedì mattina l’avvocato delle due donne, Lisa Parrini, ricorda le denunce che erano state fatte, spesso archiviate dalla procura, alcune fatte riaprire dal gip. Ricorda le minacce e le persecuzioni. Dal 2007 le due donne si erano trasferite vicino all’uomo e il dramma era cominciato. Priama con i cani: le due donne nel giardino, tenevano un meticcio maremmano e un dobermann, lui non li sopportava e tentò di avvelenarli. Poi, Sereni cercò di accoltellare il figlio della signora Lotti, in casa aveva un fucile con il quale usciva di casa, tentava di infilzare i cani con una lancia che aveva costruito da solo.

Tutti questi racconti erano finiti in denunce regolarmente presentate in procura, denunce per le quali il pm aveva chiesto l’archiviazione. Quando lanciò un sasso contro Eva, colpendola alla mandibola, finalmente fu adottata la misura del divieto di avvicinarsi alle due donne: in buona parte violata dall’uomo. L’ultima segnalazione, spiega l’avvocato, è stata fatta 15 giorni fa. Adesso restano solo le lacrime dell’avvocato e quelle del fratello delle due donne: “Perchè, perché non ci ascoltato prima, perchè quando le donne denunciano di essere in pericolo, veniamo considerate moleste?”.

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