Strasburgo, 124 dipendenti pubblici discriminati: Italia condannata paga 1,8 mln

Pubblicato il 9 Novembre 2012 - 20:47 OLTRE 6 MESI FA
La Corte Europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo

STRASBURGO – Centoventiquattro dipendenti pubblici da risarcire perché privati di indennità che invece gli spettavano. Lo ha deciso la Corte Europea di Strasburgo che ha condannato l’Italia a rifondere i lavoratori che, nel 2006, erano stati trasferiti diventando, da impiegati di enti locali a dipendenti dell’amministrazione statale.

I 124, però, nel passaggio ci avevano rimesso perché il governo oltre al trasferimento non gli aveva riconosciuto le indennità per un generico principio di evitare discrepanze salariali. Lo “scherzetto” di Strasburgo, scrive il Fatto Quotidiano, costerà al governo 1,8 milioni di euro, qualcosa come 82mila euro a dipendente.

La vicenda, racconta il Fatto, si verifica nel 2006 quando premier è Romano Prodi, ma è conseguenza della Legge Finanziaria dell’anno precedente, quando premier era Silvio Berlusconi e ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Scrive la Corte Europea che  la decisione “ha pesato in modo anormale ed esorbitante” sui dipendenti “portando nei loro confronti un pregiudizio disproporzionato”.

La vicenda che ha portato al ricorso la riassume il Fatto: “Con il trasferimento amministrativo da dipendenti degli enti locali a impiegati dell’amministrazione statale (parliamo soprattutto di dipendenti della pubblica istruzione), i 124 ricorrenti non si sono visti riconoscere tutta una serie di indennità, a partire dall’anzianità di servizio maturata. La scusa ufficiale dell’allora governo Berlusconi era una differenza di trattamento, a parità di funzioni, con il personale ministeriale”.