Svuotacarceri, così Cassazione fa sconto pena a detenuti

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Novembre 2015 - 20:15 OLTRE 6 MESI FA
Svuotacarceri, così Cassazione fa sconto pena a detenuti

Svuotacarceri, così Cassazione fa sconto pena a detenuti

ROMA – La Corte di Cassazione fa lo sconto di fine pena ai detenuti. Lo svuotacarceri, insomma, diventa retroattivo. Almeno in alcuni casi. La vicenda è quella di un ex detenuto albanese che era in carcere a Foggia. Durante la sua detenzione l’albanese fece ricorso contro le condizioni “inumane e degradanti” in cui si trovava per colpa del sovraffollamento.

L’albanese ha fatto un primo ricorso chiedendo il mini indulto (sconto della pena del 10%) previsto dal decreto svuotacarceri targato Renzi-Orlando che prevede anche il risarcimento in denaro per gli ex detenuti. Richiesta respinta dal magistrato di sorveglianza poiché l’uomo, dopo cinque anni, era stato spostato in una cella più ampia.  Ma la storia non è finita qua. Il detenuto ha fatto infatti ricorso in Cassazione.

Come è finita lo spiega il sito Blasting News:

Alban Koleci ha così ottenuto, con effetto retroattivo (proprio come avviene per l’indulto o l’amnistia) un giorno di sconto della pena per ogni dieci giorni passati in carcere in condizioni di sovraffollamento. Secondo l’Unione delle Camere penali si tratta di un “verdetto coerente”. Dello stesso avviso l’Associazione nazionale magistrati che ricordando che la questione riguarda circa 4.000 detenuti manda a dire all’esecutivo: “Applicare retroattività o l’Italia è fuorilegge e paga penali”.

Un problema che era già stato sollevato dai Radicali italiani – sia tramite una “memoria” presentata al governo sia tramite un’interpellanza parlamentare presentata dal deputato Roberto Giachetti (Pd) – che proprio per questo hanno sollecitato a lungo l’approvazione di indulto o amnistia per far fronte alla sentenza Torreggiani “secondo la quale i rimedi risarcitori – ha ricordato la Bernardini – dovevano essere effettivi, rapidi ed efficaci”. Amnistia e indulto, auspicati anche da Papa Francesco, sarebbero senza dubbio le soluzioni più celeri ed efficienti almeno sul fronte della riduzione della popolazione carceraria.