Telecamere ossessione: scuole, ospizi, cortili… Poi chi le guarda?

di Lucio Fero
Pubblicato il 10 Maggio 2019 - 10:34 OLTRE 6 MESI FA
Telecamere ossessione: scuole, ospizi, cortili... Poi chi le guarda?

Telecamere ossessione: scuole, ospizi, cortili… Poi chi le guarda? (foto d’archivio Ansa)

ROMA – Telecamere ossessione, i più di noi sono per mettere telecamere in ogni aula di ogni scuola, soprattutto asili ma non certo solo asili. E i più tra noi sono per mettere telecamere in ogni ospizio o casa di riposo. E i più tra noi sono per mettere telecamere in ogni cortile o androne di condominio.

Telecamere nelle aule per guardare maestre che eventualmente maltrattano i nostri piccoli, telecamere in ogni aula per poter guardare minuto per minuto in remoto cosa succede ai nostri bambini. Telecamere in ogni casa di riposo per poter guardare se quelli dell’ospizio non maltrattano i nostri anziani. Telecamere per guardare minuto per minuto in remoto che non facciano del male ai nostri vecchi depositati in ospizio, insomma per assicurarsi che il deposito sia di qualità. Telecamere negli androni dei palazzi e nei cortili dei condomini per guardare chi entra e chi esce, hai visto mai fossero ladri? (Col vantaggio collaterale di poter guardare minuto per minuto e in remoto i fatti, la vita e i cavoli degli altri).

Telecamere che incarnano, danno sostanza non solo all’invito venuto dalla politica (Lega) ad organizzare controllo sociale di vicinato (ai tempi si chiamava capo fabbricato). Controllo per riferire alle autorità di ogni prossimo sospetto. E, come ognun sa e storia dimostra, quando il controllo di prossimità è attuato dal vicino, dal condomino, dalla mamma ansiosa, dal pensionato occhiuto, dall’adolescente immaginifico ed entusiasta, si può essere sospetti in mille e mille modi, fino a diventare ciascuno sospetto all’altro.

Telecamere su cui la Lega mette timbretto politico ma che sono manifestazione reale ed emergente di una ossessione profonda e pulsante, ossessione di popolo. Ossessione perché, una volta messe le telecamere, chi le guarda? E che ci fai con le telecamere? Davvero una telecamera impedisce ad un violento di maltrattare un bambino in classe?  Davvero telecamere all’asilo e non succede più? Certo, alla condizione che sia istituito centro nazionale e decentrato di osservazione e controllo delle telecamere. Per ogni aula di asilo e scuola e per ogni stanza e corridoio di casa di riposo un osservatore, uno/a in carne e ossa che guarda ciò che la telecamera trasmette. A occhio, molto ad occhio, dai due ai tre milioni di persone al giorno che guardano ciò che le telecamere inviano. Chi? Poliziotti impossibile. Non ce ne sono così tanti. Allora genitori, parenti? Allo stadio più avanzato e allucinato dell’ossessione qualcuno ha avanzato anche questo proposta: il controllo in remoto da parte dei cittadini. A quando telecamere negli studi medici, sui bus, nei bagni pubblici? 

E le telecamere nei cortili, androni, pianerottoli chi guarda quel che inquadrano e registrano? Qualche coinquilina ghiotta di fatti altrui si trova, però non bastano certo. E a che servono i filmati delle telecamere se è materialmente impossibile folle che vengano guardati in tempo reale e h24? Servono le telecamere quando ci sono a documentare ipotesi di reato. Le telecamere son cose da poliziotti e magistrati, servono, sono utilissime come strumenti di indagine e di prova. Ma non sono, non dovrebbero essere strumenti di controllo sociale l’un sull’altro cittadino. Per l’ovvio e salutare motivo che il cittadino non sa fare né il poliziotto né il magistrato. E quando tenta di fare il poliziotto e il magistrato il cittadino fa danno e ingiustizia.

Ma vaglielo a dire alla gente…Anche qui, anche sul campo in fondo periferico delle telecamere ovunque ragione perde, ossessione vince. E con grande scarto.