Il testamento di Berlusconi: il notaio si prende qualche giorno, l’apertura prevista il 26 slitta a luglio

Si rincorrono congetture e suggestioni ma si scommette su un passaggio all'insegna della continuità, con Marina Berlusconi saldamente alla guida del gruppo

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Giugno 2023 - 11:02 OLTRE 6 MESI FA
testamento berlusconi

Foto Ansa

Slitta a luglio l’apertura del testamento di Silvio Berlusconi. L’attesa per conoscere le ultime volontà del tycoon scomparso a proposito del lascito patrimoniale e soprattutto dell’assetto del controllo azionario di Mfe-Mediaset congela i movimenti dei mercati, alla finestra per capire se per esempio la famiglia resterà al comando o procederà invece a una dismissione.

Testamento Berlusconi: apertura slitta a luglio

Il notaio Arrigo Roveda dello studio RLCD potrebbe riunire i cinque eredi a inizio luglio, quindi tra un paio di settimane. 

Si rincorrono congetture e suggestioni ma si scommette su un passaggio all’insegna della continuità, con Marina Berlusconi saldamente alla guida del gruppo. 

I cinque eredi sono i figli Marina e Pier Silvio, nati dal suo primo matrimonio con Carla Dell’Oglio, e poi Barbara, Eleonora e Luigi, nati dalle seconde nozze con Veronica Lario. A Marta Fascina, moglie per così dire morganatica (il matrimonio celebrato non ha alcu valore legale) sempre secondo i rumors più accreditati, sarà garantita qualche decina decina di milini di euro.

Mfe-Mediaset: diritti di voto e diritti patrimoniali

Per conciliare continuità ed equanimità del lascito tra i figli di primo letto e di secondo (e per evitare spiacevoli e conflittuali lotte intestine per l’eredità tipo famiglia Agnelli) si scommette sul conferimento di azioni di categorie diverse e differenti diritti.

Azioni A che assicurino la governance con preminenza nei diritti di voto e azioni B che garantiscano i diritti patrimoniali. Un’eventuale vendita sarà subordinata a un volto preso all’unanimità. 

Capitolo Forza Italia. Con Silvio, fondatore e sovrano assoluto, nessun dubbio sulla copertura personale dei quasi 100 milioni di debito del partito. Ed ora? Tutti assicurano continuità, i figli saranno munifici come il padre. Sarà vero? Sollecitato in proposito da Lilli Gruber a Otto e mezzo, il manager Franco Bernabè, molto avvertito sui fatti societari dle capitalismo italiano, ha invece fatto intendere il contrario (“Non credo proprio”).