Yara, la Cassazione: “Fikri non andava arrestato, non c’erano prove”

Pubblicato il 27 Settembre 2011 - 11:08 OLTRE 6 MESI FA

BERGAMO – Mohamed Fikri non doveva essere incarcerato, quel fermo in cella non doveva essere confermato dal giudice. Lo ha deciso la Corte di cassazione, dando ragione all’operaio marocchino finito in carcere il 4 dicembre scorso nell’ambito dell’ inchiesta sulla scomparsa di Yara Gambirasio. La Cassazione ha quindi annullato l’ordinanza di convalida del fermo, cui il 23enne fu sottoposto mentre si trovava su una nave diretta in Marocco.

Secondo la difesa dell’operaio il fermo non era da convalidare, per la mancanza di indizi a carico del loro assistito. Due giorni dopo il fermo fu lo stesso pubblico ministero, Letizia Ruggeri, a chiedere la scarcerazione di Mohammed Fikri, dopo aver chiarito la sua posizione. In seguito il magistrato ha chiesto anche l’archiviazione, che però non è ancora arrivata. Nel frattempo lunedì mattina alla redazione del quotidiano L’Eco di Bergamo è stata recapitata l’ennesima lettera anonima in cui il mittente torna a parlare del cantiere di Mapello e di un presunto coinvolgimento di Fikri nella vicenda. Gli investigatori l’hanno acquisita, ma è molto probabile che anche in questo caso, com’è sempre successo in passato, si tratti di un mitomane.