A Bucha trovati finora 320 civili uccisi, Ue ora pensa davvero a embargo su gas e petrolio della Russia? A Bucha trovati finora 320 civili uccisi, Ue ora pensa davvero a embargo su gas e petrolio della Russia?

A Bucha trovati finora 320 civili uccisi, Ue ora pensa davvero a embargo su gas e petrolio della Russia?

“Fino a ieri sera erano 320 i civili trovati uccisi a Bucha“. Lo fa sapere Anatoly Fedoruk, sindaco della cittadina ucraina teatro dell’agghiacciante massacro da parte dei soldati russi. 

In un’intervista alla tv ucraina Dw, il sindaco di Bucha spiega che “gli specialisti stanno ora lavorando sui corpi: specialisti forensi, agenti delle forze dell’ordine, ma il numero di corpi scoperti cresce ogni giorno. Si trovano in tenute private, parchi, piazze, dove era possibile, quando non c’erano bombardamenti, seppellire i corpi. La gente cercava di seppellire i morti in modo che i cani non li portassero via. Quasi nel 90 per cento dei casi sono ferite da proiettili, non schegge”.

Ucraina, nuove sanzioni non bastano per Zelensky

Le nuove sanzioni contro la Russia non bastano, secondo il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che in un messaggio video diffuso nella notte, ha affermato: “I Paesi occidentali hanno annunciato un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Federazione russa. Vengono bloccati i nuovi investimenti in Russia, vengono applicate restrizioni contro diverse banche sistemiche in Russia, vengono aggiunte sanzioni personali e altre restrizioni. Questo pacchetto ha un aspetto spettacolare. Ma non è sufficiente”.

Per Zelensky, “difficilmente” queste sanzioni possono ritenersi “commisurate al male che il mondo ha visto in Bucha. Con il male che continua a Mariupol, con i bombardamenti di Kharkiv, con il tentativo della Russia di lanciare una nuova sanguinosa offensiva nel Donbass”.

“Continueremo a insistere su un blocco completo del sistema bancario russo dalla finanza internazionale”, ha aggiunto.

Ucraina, Ue pensa a embargo su gas e petrolio russo

Lo ha detto anche il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba al Consiglio atlantico. “Noi insistiamo nel chiedere l’embargo al petrolio e al gas russo, la piena disconnessione da swift, i porti chiusi. Spero che non si arrivi a una situazione in cui servono altri shock come Bucha per imporre nuove sanzioni, non posso credere che il popolo ucraino debba soffrire così tanto per convincere i politici europei ad agire”.

La questione dell’embargo sembra ormai indifferibile per fermare la guerra. L’Alto rappresentante per la Politica estera dell’Unione europea, Josep Borrell, ha detto che l’embargo sul petrolio russo da parte dell’Ue sarà sul tavolo della discussione il prossimo lunedì: “E spero possa realizzarsi presto”.

E’ un’apertura non di poco conto: l’Europa ha appena deciso di ampliare le sanzioni contro la Russia, bloccando l’import di carbone, ma su gas e petrolio le posizioni dei diversi Paesi sembrano ancora distanti.

Embargo su gas e petrolio russo, si può fare?

Da quando Putin ha ordinato l’invasione dell’Ucraina, l’Europa ha pagato alla Russia più di un miliardo al giorno per la sua energia, finanziando, seppur involontariamente, le stragi di guerra come il massacro di Bucha.

Di qui l’ipotesi di bloccare completamente le esportazioni di gas e, di conseguenza, il flusso di denaro di cui Putin si sta servendo per portare avanti la guerra.

“Preferiamo la pace o il condizionatore acceso?”, ha chiesto Draghi agli italiani mentre presentava il Def, lasciando intendere di essere favorevole a un embargo. “Siamo coperti sino a ottobre se oggi cessassero le forniture”, ha detto lo stesso Draghi martedì, in un’audizione al Copasir.

“Se l’Italia continuasse a rifornirsi ancora per due mesi del gas russo, si garantirebbe uno stoccaggio tale da poter superare indenne il prossimo inverno”, ha aggiunto. Dunque l’embargo da giugno potrebbe essere davvero sostenibile. Intanto sono stati raggiunti accordi con Algeria, Libia, Mozambico, Angola e Azerbaigian per diversificare l’offerta. 

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