Coronavirus India, seconda ondata terribile: record di morti e contagi, mancano ossigeno e vaccini

di Alberto Francavilla
Pubblicato il 22 Aprile 2021 - 10:24 OLTRE 6 MESI FA
Coronavirus India, seconda ondata terribile: record di morti e contagi, mancano ossigeno e vaccini

Coronavirus India, seconda ondata terribile: record di morti e contagi, mancano ossigeno e vaccini (Foto d’archivio Ansa)

Coronavirus, in India la seconda ondata sta facendo strage. Nelle ultime 24 ore, 314.835 nuovi contagi e 2.104 decessi. Si tratta di uno dei record giornalieri più alti al mondo dall’inizio della pandemia. Non solo, perché c’è carenza di ossigeno e di vaccini.

Coronavirus India: record di contagi e morti

A oggi l’India ha superato 15 milioni di contagi e 18omila morti. Numeri che hanno convinto il primo ministro Narendra Modi a rivolgersi alla nazione dicendo che il governo e l’industria farmaceutica stanno intensificando gli sforzi per dare una risposta alla mancanza di posti letto negli ospedali. E alla penuria di ossigeno, tamponi e vaccini.

“L’impennata dei contagi è arrivata come una tempesta e ci aspetta una grande battaglia”, ha inoltre sottolineato Modi, criticato da tutte le forze politiche indiane per la gestione della crisi e anche contestato per aver tenuto una serie di manifestazioni elettorali in barba alle norme di contenimento del virus. Sabato scorso non indossava nemmeno la mascherina a un comizio nel Bengala occidentale.

India, nuova mutazione del Coronavirus

Il Paese è di fatto in ginocchio ed è emersa anche una nuova mutazione nel virus, anzi una tripla mutazione, ovvero tre diversi ceppi del Covid-19 si sono combinati per formare una nuova variante. Si ritiene che il picco di casi in stati come il Maharashtra, Delhi e il Bengala occidentale sia proprio guidato da questa variante con una triplice mutazione. I grandi raduni religiosi, la riapertura della maggior parte dei luoghi pubblici e i comizi elettorali sono occasioni di importante diffusione del virus, hanno avvertito gli esperti. Lunedì le autorità di New Delhi hanno dovuto imporre un lockdown per una settimana.

Al momento l’India è il Paese con il più alto tasso di crescita di contagio, dietro solo agli Stati Uniti in termini di numeri totali. Anche i mercati finanziari subiscono le conseguenze di questa situazione e la rupia ha perso il 3 per cento a 75,14 per dollaro dall’inizio di aprile (tra le peggiore performance delle valute seguite da Bloomberg, tra cui il rublo russo e la lira turca).

India: manca l’ossigeno negli ospedali

Le televisioni sono invase da immagini dei crematori, dove gli addetti non riescono a smaltire l’eccesso di cadaveri. Con i familiari che attendono anche giorni per assistere ai riti funebri dei loro cari. Molti cronisti suggeriscono che le vittime dell’epidemia siano molto più numerose di quelle ufficialmente registrate. “In tanti casi”, osservano, “gli ammalati non raggiungono gli ospedali e muoiono in casa”.

L’agenzia Pti riferisce oggi della guerra in corso tra gli stati, che si contendono le riserve di ossigeno, ormai in esaurimento. L’amministrazione di Delhi ha chiesto al governo centrale di aumentare la quota stabilita dalla legge; lo stato del Maharashtra lamenta che le 1.250 tonnellate metriche prodotte localmente al giorno non bastano, e chiede che almeno altre 300 arrivino dagli stati confinanti.