Estremisti russi allenano i neo-fascisti europei a colpire l’Occidente: l’accusa Usa

di redazione Blitz
Pubblicato il 5 Agosto 2017 - 06:00 OLTRE 6 MESI FA
Estremisti russi allenano i neo-fascisti europei a colpire l'Occidente: l'accusa Usa

Estremisti russi allenano i neo-fascisti europei a colpire l’Occidente: l’accusa Usa (Nella foto, attivistid i Resistenza Nordica)

MOSCA – Gli estremisti russi addestrano i terroristi di destra nell’Europa dell’Est e prima che i neonazisti facessero esplodere un centro di rifugiati in Svezia, per l’addestramento andavano a San Pietroburgo. Con l’obbiettivo di far letteralmente esplodere l’Occidente: è quanto scrive il Daily Beast.

Alcuni mesi prima che tentassero di far saltare una casa per i richiedenti asilo in una seconda città svedese, riuscirono a ferire seriamente un addetto alle pulizie. Viktor Melin, 23 anni, e Anton Thulin, 20 anni, si lamentavano parlando su Skype che il gruppo suprematista bianco di cui facevano parte secondo loro non era abbastanza duro.

Di fronte alla possibilità di spendere un’altra estate in un addestramento con spade di plastica, decisero di andare in Russia così da poter usare fucili Kalashnikov, pistole Makarov e vere munizioni.

“Partisan” è un corso paramilitare istituito dal Russian Imperial Movement (RIM) ultranazionalista, che sostiene di addestrare i civili in vista del prossimo “caos mondiale”. Secondo quanto riferito, molti russi che partecipano alle sessioni vogliono provare il brivido di entrare negli edifici abbandonati e praticare sport estremi a basso prezzo. Melin e Thulin affermano che sono andati “per divertimento”.

Mats Ljungqvist, l’avvocato svedese che ha denunciato Melin, Thulin e il loro aiutante Jimmy Jonasson, 51 anni, per una serie di attentati con le bombe, non è convinto. “Partecipare a questo campo paramilitare a San Pietroburgo è stato un passo fondamentale nella radicalizzazione di Melin e Thulin”, ha detto Ljungqvist a The Daily Beast durante il processo. “Riteniamo inoltre che sia il luogo dove hanno imparato a realizzare le bombe che poi hanno utilizzato a Göteborg”.

Quando, a gennaio, gli agenti di polizia hanno arrestato Viktor Melin, sapevano già molto sul ventitreenne che era stato accusato di parecchi reati: dal commercio di stupefacenti all’aver massacrato di botte, nel bagno di un ristorante italiano, un uomo che aveva osato fare dei complimenti per la barba. E ciò prima di essere coinvolto nel gruppo suprematista, i cui aderenti sono scherniti dal resto della destra svedese come “teste di rapa anti-intellettuali”.

Il villoso Melin è un giovane che sostiene di aver mozzato il suo dito mignolo come punizione per essere ricaduto nella dipendenza dalla pornografia. Questo è quanto ha sostenuto con un detective della polizia nel corso dell’interrogatorio a gennaio. L’agente gli ha poi chiesto se non fosse stato un gesto un po’ estremo. “E’ bene essere duri con se stessi”, si è vantato Melin.

Per altri membri del gruppo sono cadute le accuse che attualmente stanno affrontando Meilin e gli altri due attivisti neonazisti. “Noi non promuoviamo né invochiamo attentati nelle librerie”, ha dichiarato il gruppo Resistenza nordica in una dichiarazione sul sito web, poco dopo l’arresto di Melin, riferendosi all’attacco di novembre a Göteborg, di cui Melin è accusato anche della progettazione.

Questa affermazione è tipica di un gruppo che rifiuta ostinatamente di assumersi la responsabilità dei reati, nonostante sul loro manuale si legga che “possiamo vincere solo con la lotta fisica” e incoraggia gli adepti ad andare in giro col coltello.

Quello che sorprende tuttavia, scrive il Daily Beast, è una foto pubblicata su VK, il social media russo analogo a Facebook, pochi mesi prima degli attentati. Mostra Melin e Thulin in gruppo in aperta campagna, vestiti con tute militari e stringono i loro fucili ad aria compressa.

Denis Gariev, ex soldato che gestisce Partisan per conto di RIM, sostiene che l’organizzazione ospita tantissime persone provenienti dall’estero. Prendono contatto dopo aver scoperto on line il campo.
“Siamo aperti a tutti”, dice l’ex studente di storia al Daily Beast. Soprattutto, sembra, alle persone di Resistenza Nordica.

Melin e Thulin hanno detto alla polizia che non c’era nulla di strano nel loro viaggio in Russia, dopo tutto altre persone del movimento hanno partecipato al Partisan. Ciò sembra strano, dato che l’ultra-destra in Svezia è tradizionalmente più scettica del Cremlino rispetto alle frange d’estrema destra nel resto d’Europa.

Secondo Jonathan Leman, ricercatore del gruppo di pressione anti-razzista EXPO, nel corso della crisi ucraina c’è stato un cambiamento tattico di coscienza all’interno di movimenti come Resistenza Nordica. “Mentre nella guerra il ruolo dell’Ue e degli Stati Uniti diventa più evidente”, ha detto al quotidiano statunitense, “si può notare che la propaganda pro-Cremlino, in Svezia sta avendo un impatto maggiore sui siti web di destra”.

Inizialmente, RIM è stato utile al Cremlino perché ha reclutato e addestrato i volontari per andare a combattere in Ucraina orientale. Ma ora, il braccio militare del movimento sembra abbia smesso di fare il lavoro sporco del governo russo. Il focus di Partisan, secondo il suo sito web, è quello di preparare i civili per “il crollo della civiltà”.

Ciò potrebbe significare qualsiasi cosa, ma quando nel 2015 il leader del RIM, Stanislav Vorobyov, è andato a parlare in un vertice organizzato da Resistenza Nordica, era in uniforme, simbolo secondo il leader della lotta comune contro l’oligarchia ebrea in Ucraina, e predetto “una guerra su vasta scala contro i valori tradizionali della civiltà occidentale”. Tuttavia ha avuto problemi a donare denaro a Resistenza Nordica che voleva fondare un partito politico e successivamente, in un’intervista, affermò di aver offerto solo 150 dollari.

Ora più che mai, Resistenza nordica “vede il RIM come amico”, dice Simon Lindberg, leader del movimento nordico, al Daily Beast. Ma Resistenza Nordica non è l’unico gruppo neo-fascista in Europa che sta trattando un delirio comune con combattimenti corpo a corpo e selfie intimidatori per formare alleanze che in Europa potrebbero avere effetti fuorvianti e destabilizzanti.

Ai corsi di addestramento militare dell’ultranazionalista Stiag, o Flag, pro-Cremlino, hanno partecipato un gruppo di persone del Czech National Revival, un’organizzazione culturale neo-fascista di piccole dimensioni che, dopo esser diventato partito politico, recentemente ha avuto un consistente aumento della popolarità. E ancora più strano, il 76enne István Győrkös, ex leader del Fronte Nazionale Ungherese, ora in carcere per aver ucciso, lo scorso anno, un agente di polizia, organizzava nel bosco vicino alla sua casa, delle simulazioni di combattimento con agenti dell’intelligence russa.

Il Cremlino potrebbe sfruttare le attività militari semi-legali dei movimenti nazionalisti, in particolare del RIM, che vuole ripristinare la monarchia e si definisce come anti Putin. Alexander Verkhovsky, capo del Sova Center, un’organizzazione anti-estremista con sede a Mosca, dice che è un “mistero” ma insinua che il governo potrebbe tollerare queste mini milizie come “un modo leggero per reclutare veterani di Donbas senza problemi”.

Per il momento, sembra che l’influenza politica di RIM in Russia diminuisca, ma non si può dire lo stesso per Resistenza Nordica, che recentemente si è impegnata a trasformare il suo status di ” teppista e hooligans”, fondando un partito politico, incoraggiati da RIM. E stanno studiando un progetto per un sito web in lingua inglese.

In una dichiarazione, mirata a prendere le distanze dalle bombe di Melin, il gruppo ha inoltre affermato che sarebbe “impossibile” continuare le “attività politiche legali” se gli aderenti “stanno tutti dietro le sbarre”.