Galeone San Josè, 14 miliardi di euro in lingotti a 600 metri di profondità. Trovato dopo 300 anni

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Maggio 2018 - 11:12 OLTRE 6 MESI FA
Galeone San Josè, 14 miliardi di euro in lingotti a 600 metri di profondità. Trovato dopo 300 anni

Galeone San Josè, 14 miliardi di euro in lingotti a 600 metri di profondità. Trovato dopo 300 anni (in foto il dipinto di Samuel Scott)

ROMA – Il Santo Graal dei tesori sommersi, il galeone spagnolo San Josè affondato dalla marina di Sua Maestà Anna d’Inghilterra nel 1708 a largo delle coste di quella che oggi è la Colombia, è finalmente stato individuato precisamente. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] Un piccolo robot è sceso fino a 600 metri di profondità e ha fotografato il relitto che custodisce in fondo al mare armi, manufatti e soprattutto forzieri colmi di lingotti d’oro e argento, bauli di smeraldi, scrigni pieni di diamanti.

Un tesoro accumulato in sei anni di peregrinazioni e spoliazioni nell’Eldorado americano e un valore attuale stimabile in circa 14 miliardi di euro. Insieme ai 600 marinai spagnoli, gli inglesi fecero inabissare il preziosissimo carico, un colpo durissimo alla monarchia spagnola che anche con quei tesori finanziavano la guerra per la supremazia sui mari contesa all’Inghilterra. Il robot, con la targa della Colombia, ha fotografato il relitto da vicino ma le coordinate esatte della sua ubicazione sono top secret.

Perché in superficie si sta combattendo un’altra guerra, stavolta  per stabilire a chi appartenga quel tesoro. La Colombia ha perfino cambiato una legge per assicurarselo, rimangiandosi la parola con la compagnia statunitense SSA (Sea Search Armada), che per prima, all’inizio degli anni ’80, aveva scoperto il punto di caduta del galeone. Aveva pattuito il 35% di quanto trovato nel galeone, quota che dopo la legge è scesa al 5%.

Ma anche la Spagna vanta dei diritti: quel galeone batteva bandiera spagnola, è nostro dicono a Madrid. Per la Colombia vale solo il diritto di possesso esercitabile da chi controlla quel tratto di mare. L’Unesco si propone come mediatore.