Islam, durante il Ramadan digiuno anche da Twitter e Facebook

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Giugno 2014 - 18:53 OLTRE 6 MESI FA
Islam, durante il Ramadan digiuno anche da Twitter e Facebook

Islam, durante il Ramadan digiuno anche da Twitter e Facebook

ROMA – Durante il Ramadan il digiuno si estende ai social network. Meglio evitare Twitter e Facebook, sostengono alcuni religiosi musulmani, per non correre il rischio di immoralità chattando con persone dell’altro sesso. Astenendosi dai social, invece, si vive più profondamente la spiritualità del mese sacro del Corano.

Nel mese di Ramadan, il nono mese del calendario islamico, i musulmani digiunano dall’alba al tramonto. Quest’anno il Ramadan inizierà il 29 giugno, proprio in concomitanza con l’estate piena. Il digiuno da acqua e cibo dall’alba al tramonto è suggerita a tutti, fatta eccezione per gli anziani, i malati cronici, i malati di mente, i minorenni i viaggiatori e le donne in gravidanza e che allattano. E’ invece tassativamente proibito alle donne durante il ciclo mestruale e subito dopo il parto.

Secondo Abdul Ghani Hindi, professore di affari religiosi e sociali all’Università Al-Azhar del Cairo: 

“Astenersi dalle pratiche quotidiane può anche riguardare l’uso dei social media. Io userei i social network a mio beneficio, in qualunque modo ritenga opportuno, a condizione che non mi impediscano di adempiere i miei obblighi religiosi, come leggere il Corano ed eseguire la preghiera Tarawih” (preghiera recitata dai musulmani da un’ora e mezzo dopo il tramonto a poco prima dell’albanel corso del mese di Ramadan.

E mentre ci si interroga sull’uso dei social network alcuni Paesi hanno adottato altre misure per promuovere la “spiritualità” durante il Ramadan. L’Algeria consiglia di non fare bagni in mare: sia perché mettersi in spiaggia in costume potrebbe indurre in tentazioni, sia perché facendo il bagno l’acqua entra nel naso e nelle orecchie, rompendo di fatto il digiuno.

In Iran, invece, alle donne che durante il Ramadan si distingueranno per la “sobrietà” dell’abbigliamento le “squadre della modestia”, cioè le pattuglie della polizia religiosa che controllano anche come vestono le donne, doneranno una rosa. Un modo per incentivare il velo e scoraggiare l’abbigliamento occidentale.