Jamal Khashoggi, le ultime parole prima di essere ucciso e fatto a pezzi: “Ho l’asma, così mi soffochi”

di Caterina Galloni
Pubblicato il 11 Settembre 2019 - 06:40 OLTRE 6 MESI FA
Jamal Khashoggi

Jamal Khashoggi (Foto Ansa)

ROMA – “Ho l’asma. Non farlo, così mi soffocherai”: sono le ultime parole pronunciate il 2 ottobre 2018 dal giornalista saudita Jamal Khashoggi, parole catturate da alcune cimici nascoste dalla Turkey’s National Intelligence Organisation all’interno del consolato saudita di Istanbul, prima che Khashoggi venisse ucciso. La registrazione è stata pubblicata per la prima vola dal quotidiano turco Daily Sabah.

Le registrazioni rivelano come il gruppo di sicari abbia discusso su come smembrare il corpo del giornalista dissidente, riferendosi a lui come “l’animale da sacrificare”.

Nella registrazione si sentono gli assassini ordinare a Khashoggi di scrivere un sms al figlio in cui diceva di non preoccuparsi se fosse stato irraggiungibile ma il giornalista rifiuta: “Come possono accadere certe cose in un consolato?”. Poi l’hanno drogato e coperto il viso con una busta di plastica.

“Ho l’asma. Non fatelo, così mi soffocherete”, dice Khashoggi prima che si sentano i rumori soffocati di una lotta e i lamenti. Il 2 ottobre, Khashoggi era andato al consolato per firmare i documenti del divorzio così da poter sposare la nuova compagna, Hatice Cengiz. Invece è stato trascinato in una stanza sul retro dove è stato ucciso, mentre la fidanzata lo aspettava all’esterno del consolato.

La prima parte della registrazione riporta la conversazione tra il vice comandante del gruppo Maher Abdulaziz Mutreb e Salah Muhammed Al-Tubaigy, responsabile del Dipartimento di Medicina forense, incaricato di smembrare il corpo.

“E’ possibile mettere il corpo in una borsa?”, chiede Mutreb. Al-Tubaigy risponde: “No. E’ troppo pesante, anche molto alto. Ho sempre lavorato sui cadaveri. So bene come sezionarli. Non ho mai lavorato su un corpo caldo, ma lo gestirò facilmente. Di solito, mentre smembro un corpo mi metto le cuffie e ascolto la musica, fumo e bevo caffè. Dopo che lo avrò smembrato potrete avvolgere le parti in buste di plastica e metterle nelle valige per portarle all’esterno”, spiega Salah Muhammed Al-Tubaigy.

Fino ad oggi, nessuna parte del corpo del giornalista è stata trovata. Degli undici incriminati, Mutreb e Al-Tubaigy sono tra i cinque che rischiano la pena di morte per l’omicidio di Khashoggi, nel processo che si svolge a porte chiuse a Riyad.

Secondo la CIA dietro all’ordine di uccidere Khashoggi c’è il principe ereditario saudita Mohammed Bin Salman. L’Arabia Saudita ha ammesso che l’omicidio del giornalista è stato premeditato ed eseguito da agenti del governo, ma ha affermato che si trattava di “elementi corrotti” che hanno agito senza autorizzazione ufficiale.

Fonte: Daily Mail