Miniera Nuova Zelanda, si lavora al foro esplorativo ma calano le speranze di trovare sopravvissuti

Le speranze non sono molte ma i soccorritori in Nuova Zelanda non mollano e sperano di avere entro lunedì 22 novembre un quadro più chiaro delle condizioni della miniera crollata venerdì scorso. Nella giornata di lunedì, infatti, sarà completata la trapanatura di un foro esplorativo.

Ventinove minatori sono ancora intrappolati nella miniera di carbone di Pike River, nell’isola del sud, e con loro non si è avuto finora alcun contatto. I soccorritori non possono ancora entrare nella miniera a causa della forte concentrazione di gas tossici, rivelata dai campioni prelevati finora. Il foro di 15 cm di diametro dovrà raggiungere la profondità di 160 metri, dove si ritiene che si trovino i minatori.

Sarà quindi possibile prelevare campioni di aria per analizzare i livelli di gas tossico nel tunnel e usare un cavo a fibra ottica per vedere le condizioni nell’area. Intanto i militari stanno approntando un robot telecomandato e munito di telecamera, specialmente concepito per evitare la minima scintilla che possa dar fuoco ai gas accumulatisi nella miniera. Lo ha detto il comandante della polizia Gary Knowles, sottolineando che il congegno sarà attivato ”solo quando ne avremo la capacita’ e potra’ essere fatto senza pericolo”.

A ravvivare le speranze dei familiari in attesa presso la miniera, è  intervenuto oggi il premier John Key, secondo cui ci sono ”buone probabilita”’ che i minatori siano vivi. ”Secondo le informazioni che ho ricevuto, vi è ossigeno nella miniera e vi è ogni possibilità che siano riusciti a raggiungere quel flusso di ossigeno e che quindi siano vivi”, ha detto. Più scettica la polizia e lo stesso Knowles ha ammesso: “Ci stiamo preparando all’eventualità che siano morti per quanto accaduto là sotto”.

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