Mo. l’Iron Dome di Israele e la guerra asimmetrica delle vittime

Pubblicato il 14 Luglio 2014 - 11:24 OLTRE 6 MESI FA
Il lanciamissili Iron Dome di Israele

Il lanciamissili Iron Dome di Israele

ISRAELE, TEL AVIV – Saranno in molti in Israele a ringraziare con il pensiero Amir Peretz, 62anni, il tanto vituperato ex ministro laburista della difesa, a cui si deve l’introduzione del sistema antimissili Iron Dome (Scudo di Ferro) che sta proteggendo tante vite in Israele.

Si deve proprio a lui – sbeffeggiato da una foto che lo mostrava con i tappi protettivi al cannocchiale mentre osservava le manovre militari – lo sviluppo di questa barriera protettiva nata dopo la guerra dell’estate del 2006 tra Israele e gli Hezbollah libanesi. Un conflitto nel quale lo stato ebraico fu pesantemente colpito da migliaia di razzi sparati dagli Hezbollah. E che il ministro giuro’ non si sarebbe mai piu’ ripetuto.

Ora quella promessa e’ una efficiente realta’ militare entrata gia’ in azione nel precedente conflitto con Gaza del novembre 2012 durante l’operazione ‘Colonna di nuvola’. Proprio lunedi una vignetta pubblicata su Haaretz mostra Peretz – confluito ora nel partito centrista di Tizpi Livni – che dorme placidamente sul divano mentre fuori la ‘sua’ Cupola protegge Israele dai razzi anche a lunga gittata di Hamas e Jihad islamica. ‘Kippat Barzel’ – come e’ chiamata in ebraico – finora ha retto l’urto degli oltre 800 razzi sparati da Gaza e ha reso la guerra – come e’ stato osservato da molti analisti – ‘asimmetrica’ come numero di vittime tra Israele e la Striscia.

Ma pochi giorni fa e’ stato sottolineato un paradosso: piu’ l’Iron Dome funziona, piu’ Israele perde la guerra nell’opinione pubblica internazionale riguardo alle vittime sul campo. Secondo i dati forniti da militari, la Cupola ha intercettato finora 147 razzi, una percentuale considerata alta dalla difesa. Il sistema infatti e’ in grado, attraverso una raffinata tecnologia, di avvistare e distruggere in volo con un missile intercettore i razzi che minacciano aree abitate, facendo invece passare quelli che non costituiscono una minaccia. In genere dopo le sirene di allarme, si avverte uno scoppio in aria dovuto appunto all’intercettazione del razzo da parte della ‘Cupola’.

Gran parte degli Iron Dome sono stati schierati dall’esercito in punti strategici, a ridosso delle zone piu’ intensamente abitate. Nello sviluppo del sistema – brevetto ‘Made in Israel’ della Rafael – lo stato ebraico ha investito somme ingentissime partendo dal principio che la difesa prioritaria e’ quella della popolazione civile. Anche il premier Benyamin Netanyahu ha rivendicato questa ”differenza”: ”noi – ha detto – usiamo sistemi di difesa contro i missili in modo da proteggere i residenti di Israele, Hamas usa gli abitanti di Gaza per proteggere gli arsenali di missili”.

Nel web sono già moltissime le invocazioni da parte degli israeliani nei confronti della ‘Cupola’: chi progetta di chiamare il proprio figlio ‘Iron Dome’ e chi vuole addirittura sposarlo. Su Haaretz, una delle migliori firme del giornale, Jack Khoury – sottolineando la ritualita’ dello scontro in atto – si e’ domandato ”perche’ fare la pace se Israele ha l’Iron Dome?”.