Llorraine Neithardt, la sensitiva che crea scarpe di grido

Pubblicato il 6 Febbraio 2010 - 10:56 OLTRE 6 MESI FA

Una delle creazioni di Llorraine Neithardt

“L’arte della scarpa: stregata, personalizzata e sorprendente”. Si intitola così l’insolito workshop ideato da Llorraine Neithardt, sensitiva e creatrice di calzature di design all’ultimo grido che stanno letteralmente facendo impazzire New York. A raccontarne la curiosa storia è la giornalista Penelope Green del New York Times, che ha assistito a uno di questi corsi da 1.820 dollari a testa.

I due “apprendisti stregoni” della scarpa, Michael Lisbona e Kristina Salianin, volevano realizzare il primo un paio di ciabatte in pelle di capretto nera impreziosita da un nastro argentato per la moglie e la seconda un paio di scarpe leopardate sui toni dell’oro dai tacchi vertiginosi, che le ricordassero gli anni in cui faceva le ore piccole ballando fino all’alba nei club della Grande Mela.

Dopo il pellegrinaggio al Leather Suede Skins, una vera e propria mecca per l’acquisto dei materiali, i due studenti hanno partecipato a una seduta di “schizzo forense”, in cui Ms. Neithardt, partendo dalle loro idee, ha disegnato i modelli delle calzature, come un poliziotto alle prese con l’identikit di un ricercato, finché le linee sulla carta non hanno combaciato con le forme immaginate dai suoi alunni.

Un’operazione non facile, in cui entra in gioco la vera dote di Ms. Neithardt, sensitiva a tempo pieno e artista part time, che deve la propria fama soprattutto al suo talento da chiaroveggente, ispirata agli archetipi junghiani.

«Una sera ero a un party organizzato da Salman Rushdie – racconta Juliet Buck, saggista, attrice ed ex redattrice di French Vogue – mi ero appena trasferita a New York da Santa Fe e un uomo mi si avvicinò dicendo di sapere dove abitassi. Quando gli chiesi il perché mi rispose: “perché la più grande sensitiva d’America vive sullo stesso pianerottolo”. Come potevo resistere alla tentazione di conoscerla?». Il tema dell’incontro, però, slittò velocemente dai fenomeni paranormali alle calzature e Buck restò rapita dalle creazioni di Ms. Neithardt.

Un altro amico dell’artista-sensitiva, lo sceneggiatore e regista Richard La Gravenese, la descrive come «una sorta di divinità mitologica»: quando stava scrivendo il copione di quello che sarebbe diventato “Il re pescatore” diretto da Terry Gilliam, per cui avrebbe poi ottenuto un Academy Award nel 1992, ebbe un blocco creativo. Ms. Neithardt, allora, gli fece conoscere la leggenda del Re Pescatore, episodio del ciclo arturiano che coinvolge un cavaliere ferito. «Appena ho scoperto quel mito, tutto ha ricominciato a funzionare» giura LaGravenese, che qualche anno dopo ha ricompensato l’amica dedicandole una sottotrama del film “P.S. I love you” con Hilary Swank, per cui ha anche realizzato le scarpe indossate nel film dalla star.

«Subito dopo l’uscita al cinema, la gente ha cominciato a contattarmi per chiedermi di insegnare. All’inizio ho rifiutato, ma dopo un po’ mi sono dovuta arrendere ed eccomi qui» spiega Ms. Neithardt, che ora sta progettando un nuovo corso dedicato alle calzature per travestiti. «Li vedo sempre indossare scomodissime scarpe di plastica da lap dance e penso abbiano bisogno di un paio di decolté davvero confortevoli».