Nuova Zelanda, 75 morti e 300 dispersi per il terremoto: a Christchurch si scava ancora

Pubblicato il 23 Febbraio 2011 - 14:27 OLTRE 6 MESI FA

CHRISTCHURCH (NUOVA ZELANDA) – E’ calata la seconda notte su Christchurch, seconda città  della Nuova Zelanda, dopo il devastante terremoto di magnitudo 6,3 che ha raso al suolo gran parte degli edifici in centro città, con un bilancio di 75 morti, destinato a salire, e di oltre 300 dispersi.

Sulla città di 350 mila abitanti è stato imposto il coprifuoco, mentre i soccorritori, affiancati da militari, continuano a cercare di liberare le persone rimaste imprigionate negli edifici crollati. Una donna, Anna Bodkin, è stata estratta viva dalle macerie dopo 26 ore dal sisma ridando così speranza ai soccorritori.

Oggi il premier John Key ha decretato lo stato di emergenza nazionale, assicurando i cittadini di Christchurch che l’intero Paese è con loro e non li abbandonerà. ”Oggi tutti i neozelandesi sono in lutto per voi, ma ne uscirete. Questo orgoglioso Paese è con voi, e vi sosterremo con tutte le nostre forze. Gran parte della città rimane senza acqua e senza luce e continuano le scosse di assestamento – se ne sono contate 110 da lunedì – che rendono ancora più difficile e pericolosa l’opera dei soccorritori.

I loro sforzi si concentrano stanotte su due palazzi di uffici, all’interno dei quali si trovano dei sopravvissuti che sono riusciti a entrare in contatto con l’esterno. E’ stata invece abbandonata ogni speranza per altri edifici, fra cui quello della Canterbury Tv, nel cuore della città, che ospita anche una scuola di inglese. La polizia è certa ”al 100 per 100” che le persone intrappolate, fra cui un gruppo di studenti giapponesi e sudcoreani, sono tutte morte.

Il costo del sisma potrà raggiungere gli 11,5 miliardi di dollari neozelandesi (6,3 miliardi di euro) fra danni materiali e cessazione delle attività economiche, secondo le stime di Air Worldwide, un’agenzia di valutazione a fini assicurativi dei danni di disastri naturali. Le strade e i ponti sono stati danneggiati anche dal fenomeno della liquefazione, che si verifica dopo i terremoti e riduce allo stato liquido certi tipi di suolo, provocando il cedimento delle fondamenta degli edifici Il sisma, con epicentro ad appena 10 km di distanza e a una profondità di soli 5 km, ha colpito ieri all’ora di pranzo, quando la città era più affollata.

E’ stato il secondo forte terremoto in 5 mesi e il disastro più letale per il Paese in 80 anni. La Nuova Zelanda, le cui due isole si ergono sull’incontro delle piattaforme tettoniche indo-australiana e del Pacifico, registra in media piùdi 14 mila terremoti l’anno, di cui circa 20 raggiungono magnitudo 5 o più.