Pena di morte. Amnesty, cresce fronte Paesi del no, ora sono 137

Pubblicato il 22 Novembre 2014 - 18:58 OLTRE 6 MESI FA
Cartello anti-pena morte

Cartello anti-pena morte

USA, WASHINGTON – Nel 1945, anno di fondazione delle Nazioni Unite, solo 8 degli allora 51 stati membri avevano abolito la pena di morte. Oggi, 137 Paesi l’hanno abolita nelle leggi o nella prassi. E’ quanto riferisce Amnesty International ricordando che dal 2007 quattro risoluzioni hanno chiesto una moratoria mondiale sulla pena di morte, con un sostegno ogni volta più ampio.

L’ultima, votata il 21 novembre, ha visto il consenso di 114 sui 193 stati membri ad una moratoria in vista dell’abolizione globale della pena, che verrà esaminata a dicembre dall’assemblea generale in sessione plenaria per la definitiva approvazione.

I nuovi voti a favore sono arrivati da Eritrea, Figi, Niger e Suriname. Un segnale positivo stato anche il passaggio dal fronte dei contrari a quello degli astenuti di Bahrein e Myanmar. Papua Nuova Guinea, astenuta nel 2012, ha invece votato contro.

Amnesty sottolinea che il voto espresso nel III Comitato dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, che si occupa di temi sociali, umanitari e relativi ai diritti umani, è un importante indicatore di ciò che accadrà a dicembre, quando si attende che la risoluzione verrà approvata in sessione plenaria.

Seppur non vincolanti dal punto di vista legale, le risoluzioni dell’Assemblea generale hanno un peso morale e politico considerevole. In questa battaglia l’Italia ha avuto un ruolo da protagonista. Quest’anno, ad esempio, la Farnesina ha istituito una task force per coordinare le strategie tra governo e organizzazioni abolizioniste, tra cui la stessa Amnesty International.