Shoko Asahara, giustiziato il fondatore del culto Aum Shinrikyo. Nel 1995 fu responsabile dell’attentato nella metro di Tokyo

di Redazione Blitz
Pubblicato il 6 Luglio 2018 - 10:10 OLTRE 6 MESI FA
Shoko Asahara, giustiziato il fondatore del culto Aim Shinrikyo. Nel 1995 fu responsabile dell'attentato nella metro di Tokyo (foto Ansa)

Shoko Asahara, giustiziato il fondatore del culto Aim Shinrikyo. Nel 1995 fu responsabile dell’attentato nella metro di Tokyo (foto Ansa)

TOKYO – Shoko Asahara, fondatore e leader del culto Aum Shinrikyo, responsabile degli attacchi compiuti nella metropolitana di Tokyo nel 1995 col gas sarin, è stato giustiziato [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] lo scorso venerdì tramite impiccagione.

Oltre al fondatore Shoko Asahara, sono stati oggi giustiziati altri sei componenti del culto. Il ministero della Giustizia si prepara a riferire dettagli, ha detto un portavoce. Il capo di Gabinetto Yoshihide Suga ha assicurato che il governo è pronto ad impedire ogni tipo di rappresaglia dei seguaci del gruppo.

La dottrina di Aum.

Il culto unisce citazioni tratte sia dal Canone pāli del Buddhismo Theravada che da altri testi religiosi. La dottrina comprende anche un discreto numero di sutra del Buddhismo tibetano, alcuni sutra Hindu, ed alcuni testi taoisti riferibili a culti millenaristici e a visioni apocalittiche.

L’attacco alla metropolitana di Tokyo.

Asahara era stato arrestato nel maggio del 1995, due mesi dopo l’attacco del 20 marzo compiuto nella metropolitana di Tokyo. L’attentato aveva provocato 13 morti e coinvolto almeno 6.200 persone (l’attacco più grave realizzato in Giappone dalla fine della Seconda Guerra Mondiale). Inizialmente Asahara aveva negato di aver architettato l’operazione, ma durante il processo del 2004 ha ammesso di meritare la condanna per aver pianificato l’esecuzione dell’attacco. La sua condanna a morte era stata decisa definitivamente nel 2006. Le udienze dei membri del culto Aum Shinrikyo sono andate avanti per oltre 20 anni nelle aule dei tribunali giapponesi, con quasi 200 incriminazioni e 12 condanne a morte.