Texas, giustiziato ritardato mentale

Pubblicato il 4 Dicembre 2009 - 10:14 OLTRE 6 MESI FA

Ha ricevuto l’iniezione letale ed è stato dichiarato morto alle 18:48: Bobby Wayne Woods era accusato di aver ucciso brutalmente nel 1997 una ragazzina di 11 anni e per questo si trovava nel braccio della morte, anche se ha un ritardo mentale.

L’uomo, di 44 anni, è stato ucciso a Huntsville, in Texas: l’unica eventualità che avrebbe potuto salvarlo era lo stop della Corte Suprema Usa. Già nel 2002 la Corte Cuprema ha affrontato il quesito se una persona con problemi mentali possa essere condannata a morte o meno, senza però dare una risposta definitiva.

A raccontare la sua storia, il sito web del New York Post. In quell’occasione, il club dei nove decise infatti che i detenuti minorati non potessero essere messi a morte. Tuttavia quella sentenza lasciava alle singole Corti Statali il potere di stabilire se un singolo detenuto poteva essere definito tale o no. Così la vita di una persona dipende da come ogni singolo stato interpreta il suo quoziente intellettivo. Secondo ciò che scrisse la Corte Suprema nel 2002, «una persona si può considerare ritardata se il suo QI si aggira attorno a quota 70».

Ma questo standard non è stato applicato in tutti gli stati: ad esempio, in Alabama, Mississipi e, Texas, detenuti con un QI pari a 66 non sono considerati dementi. In California, invece, con 84 sei già giudicato un minorato. Nel caso di Woods, ad esempio, il suo quoziente di intelligenza è proprio 70.