Tunisia, situazione fuori controllo: Ben Ali fugge in Arabia Saudita, i parenti arrestati

Pubblicato il 14 Gennaio 2011 - 18:37| Aggiornato il 15 Gennaio 2011 OLTRE 6 MESI FA

In Tunisia la situazione ormai è ampiamente fuori controllo: il presidente Ben Ali sembrava trovarsi a bordo di una aereo proveniente dalla Tunisia che è atterrato a tarda sera senza preavviso all’aeroporto di Cagliari. Verso l’una di notte del 15 gennaio è però arrivata la smentita: a bordo dell’aereo, che è stato riaccompagnato a Tunisi scortato dai caccia dell’Aeronautica militare, non ci sarebbe l’ex presidente tunisino.

Nelle stesse ore, alcune fonti locali hanno data per certa la presenza di Ben Alì a Gedda in Arabia Saudita. La notizia è stata poi confermata dall’agenzia ufficiale saudita Spa che cita un comunicato del palazzo reale.

Intanto, nella giornata mentre alcuni suoi familiari venivano arrestati a Tunisi. Tra loro, stando alla Nessma Tv, figurerebbe il genero dell’ex presidente Sakher Materi, uno degli uomini di affari più in vista del paese. La notizia però, stando a quanto riporta la Reuters, sarebbe stata smentita da un suo collaboratore.

Il potere è passato ora al presidente del Parlamento. Non sono bastate le aperture a un governo di coalizione e l’annuncio di nuove elezioni entro 6 mesi.

Il primo ministro  Mohammed Ghannouci ha annunciato che il potere è stato affidato ad un comitato di sei persone e che egli stesso ha assunto anche le funzioni di presidente. Il primo ministro ha giustificato la sua assunzione dei poteri presidenziali ”per rispetto alla costituzione”. Perché il presidente è ”temporaneamente” impossibilitato a esercitare le sue funzioni.

Da quando sono iniziate le proteste il bilancio delle vittime continua a salire e va aggiornato di giorno in giorno: solo negli scontri del 13 gennaio a Tunisi sono morte 13 persone, che si aggiungono alle 66 note finora.

Anche oggi la guerriglia però non si è fermata e la gente continua a scendere in strada contro il rincaro dei prezzi degli alimenti e la disoccupazione dilagante. In tutto il Paese è stato proclamato lo stato d’emergenza, il che si traduce con un divieto di assembramenti di più di tre persone. Chiuso lo spazio aereo, i militari presidiano l’aeroporto di Tunisi. Alcuni spari sono stati sentiti nel centro di Tunisi nonostante ci sia il corpifuoco. Nella capitale alcuni testimoni hanno parlato di spari di armi da fuoco nei pressi del ministero dell’Interno dove era in corso una manifestazione. Poco prima sarebbero stati lanciati lacrimogeni e anche delle granate nella stessa zona.

La manifestazione sarebbe degenerata quando davanti al ministero è passato un furgone che trasportava il cadavere di un ragazzo ucciso la sera prima durante gli scontri. Il corpo era nel furgone sul tetto del quale c’era un suo amico con un mazzo di fiori, hanno raccontato i presenti.A quel punto la polizia ha iniziato a lanciare i lacrimogeni e l’aria è diventata irrespirabile. Secondo gli amici di Helmi, il giovane è stato ucciso da un tiratore scelto in abiti civili.

La sede della concessionaria della Porsche, a La Goulette (Tunisi), è stata svaligiata. Gli assalitori hanno portato via tutte le vetture esposte. Della concessionaria è titolare un parente della moglie del presidente Ben Ali.

Intanto Alitalia e Air One hanno sospeso, per ragioni di sicurezza, tutti i voli da e per Tunisi fino al 17 gennaio compreso.