Turchia, sospesi altri 6.500 docenti. Arrestati due giudici e un rettore

di redazione Blitz
Pubblicato il 20 Luglio 2016 - 18:46 OLTRE 6 MESI FA
Turchia, Erdogan sospende altri 6.500 docenti. Arrestato rettore. Nuove torture

Turchia, Erdogan sospende altri 6.500 docenti. Arrestato rettore. Nuove torture

ISTANBUL – Turchia: ancora professori, accademici, giudici, dipendenti pubblici, allontanati dal loro lavori, sospesi o arrestati. Mentre si diffonde la notizia di possibili torture hai danni di dissidenti o presunti tali. Il rettore dell’Università di Gazi ad Ankara, Suleyman Buyukberber, è stato arrestato, poco dopo essere stato rimosso dal suo incarico. Dopo centinaia di allontanamenti, si tratta del primo arresto noto di un accademico a seguito del fallito golpe.

In serata, il canale televisivo Ntv annuncia l’arresto di altri due giudici della Corte Costituzionale turca, dopo i due comunicati giorni fa.

Proseguono senza sosta le purghe nel mondo dell’istruzione. Il ministero dell’Educazione ha annunciato di aver sospeso altri 6.538 dipendenti, dopo i 15.200 già allontanati ieri e i 21 mila a cui è stata tolta la licenza per insegnare nelle scuole private.

Ci sono notizie di “estese torture” contro militari detenuti in isolamento presso la centrale di polizia di Ankara. Lo scrive su Twitter Andrew Gardner, analista di Amnesty International esperto di Turchia.

Amnesty International denuncia in un comunicato che le autorità turche stanno attuando una repressione di proporzioni eccezionali dopo il fallito golpe. Oltre alle decine di migliaia di impiegati pubblici ed insegnanti licenziati, Amnesty accusa, il giro di vite è stato esteso alla censura di media e giornalisti, tra cui quelli che avevano criticato il governo. Secondo l’organizzazione, le autorità hanno bloccato l’accesso a oltre 20 siti di informazione, cancellato i tesserini di 34 giornalisti, e spiccato un mandato d’arresto per un cronista che aveva raccontato il golpe.

Amnesty cita anche notizie date dalla stampa locale secondo cui le licenze di 25 media di vario tipo sono state revocate. Amnesty chiede quindi al governo di Ankara di proteggere la libertà di stampa mentre indaga sul fallito colpo di stato.